29^ Consulta: battaglia sul voto
L’attacco è diretto al Segretario di Stato per gli Affari Interni che, secondo il Presidente della Comunità dell’Emilia Paolo Ghiotti, “non ha voluto aggiornare le liste mentre era chiara la volontà del legislatore di permettere a questi giovani di votare già il 9 novembre”. “Valeria Ciavatta - accusa Ghiotti - si è giustificata col fatto che l’aggiornamento era già stato fatto, ma secondo noi non ci sono leggi che vietano più aggiornamenti in un anno”. “Non ho adottato alcun provvedimento ne avrei potuto farlo, sia per far votare qualcuno sia per non farlo votare”, replica il Segretario agli Interni ricordando che è la legge a vietare la revisione delle liste dopo che queste sono state dichiarate definitive. “Il divieto può essere superato solo da una norma di legge – aggiunge - non da presunti provvedimenti”. Il Consiglio Grande e Generale ha espresso parere contrario. Le forze politiche hanno fatto la loro parte e “sui ricorsi - sottolinea Valeria Ciavatta - non sono io a decidere”. “Basta avere un minimo di buon senso - conclude - per capire che nessun Segretario agli Interni si metterebbe in un periodo come questo a fare il despota con tale spirito autolesionista”.
Per la Presidente della Consulta è mancata la volontà politica di sanare questa nuova e più grave discriminazione verso i giovani. “La criminalizzazione nei nostri confronti - dice Anna Maria Neri Coccoli - ha raggiunto livelli insopportabili. Chiediamo rispetto, e a chi parla di moralizzazione del voto estero ricordiamo che la moralità viene dall’alto e si riflette su tutto. Comincino perciò i politici - dice - a smettere di considerare la Consulta come una mera riserva di voti”.
“Il Governo - spiega il Segretario agli Esteri alla Consulta - ha proposto solo modifiche tecniche. Sono state le forze politiche a decidere modifiche sostanziali alla legge elettorale. C’è chi ha sostenuto - precisa Fiorenzo Stolfi - che quegli emendamenti non andavano presentati perché non c’era stato il tempo per discuterne. Ai più è sembrato un blitz. Personalmente - dice Stolfi - ho sempre sostenuto che non esistevano le condizioni per modificare l’art. 7 perché non c’era accordo tra le forze politiche, mentre guarda caso l’intesa sull’eliminazione delle preferenze si è trovata. Sostenere la parità dei diritti - aggiunge il Segretario agli Esteri - è una questione di fondo che non consente ambiguità. La vostra - dice alla Consulta - è una battaglia giusta che dovete portare avanti con serenità, senza sentirvi ospiti a casa vostra”.