Ridurre gli sprechi e limitare le spese dello Stato. Questi gli obiettivi della direttiva firmata dal ministro dell'Interno Salvini sull'accoglienza dei migranti.
Non si può certo negare che sia stato uno degli argomenti centrali, e probabilmente vincente, utilizzato in campagna elettorale. Ora dalle parole si dovrebbe passare ai fatti, e il ministro dell'Interno, nonché vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, tenta di farlo firmando la sua prima direttiva sull'accoglienza dei migranti, che ha lo scopo di ridurre gli sprechi e limitare le spese statali, dopo le formulazioni espresse dalla Corte dei Conti in proposito, lo scorso marzo.
Come? Anzitutto decidendo di differenziare i richiedenti asilo dai rifugiati. Non appena un immigrato metterà piede in Italia, chiedendo diritto d'asilo, andrà in un centro di accoglienza, e gli saranno garantiti solo i servizi minimi: vitto, alloggio e prima accoglienza. Solo ottenendo lo status di rifugiato o la protezione internazionale inizieranno gli interventi per l'inclusione sociale. Ma visto che almeno il 60% delle richieste di asilo viene poi respinta, va da sé che le spese dovrebbero diminuire. La direttiva stabilisce poi una stretta collaborazione con l'Anac, Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone, cui è stato chiesto di fissare nuovi standard di riferimento, compresi prezzi di beni e servizi, cui dovranno attenersi i prefetti nella disposizione delle gare di appalto di competenza. Ciò dovrebbe consentire di uniformare i prezzi delle diverse strutture, evitando sprechi. Secondo il ministro dell'Interno dovrebbe abbassarsi anche la quota oggi fissata a 35 euro al giorno a immigrato.
Francesca Biliotti
Non si può certo negare che sia stato uno degli argomenti centrali, e probabilmente vincente, utilizzato in campagna elettorale. Ora dalle parole si dovrebbe passare ai fatti, e il ministro dell'Interno, nonché vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, tenta di farlo firmando la sua prima direttiva sull'accoglienza dei migranti, che ha lo scopo di ridurre gli sprechi e limitare le spese statali, dopo le formulazioni espresse dalla Corte dei Conti in proposito, lo scorso marzo.
Come? Anzitutto decidendo di differenziare i richiedenti asilo dai rifugiati. Non appena un immigrato metterà piede in Italia, chiedendo diritto d'asilo, andrà in un centro di accoglienza, e gli saranno garantiti solo i servizi minimi: vitto, alloggio e prima accoglienza. Solo ottenendo lo status di rifugiato o la protezione internazionale inizieranno gli interventi per l'inclusione sociale. Ma visto che almeno il 60% delle richieste di asilo viene poi respinta, va da sé che le spese dovrebbero diminuire. La direttiva stabilisce poi una stretta collaborazione con l'Anac, Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone, cui è stato chiesto di fissare nuovi standard di riferimento, compresi prezzi di beni e servizi, cui dovranno attenersi i prefetti nella disposizione delle gare di appalto di competenza. Ciò dovrebbe consentire di uniformare i prezzi delle diverse strutture, evitando sprechi. Secondo il ministro dell'Interno dovrebbe abbassarsi anche la quota oggi fissata a 35 euro al giorno a immigrato.
Francesca Biliotti
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