I sindacati chiedono con forza che nella bozza di accordo che partirà alla volta della Farnesina, siano inseriti passaggi specifici che riguardino i problemi dei frontalieri, doppia imposizione fiscale e parità di trattamento in primis. Sono aspetti - spiegano le organizzazioni sindacali - che hanno forti ricadute anche sulle condizioni complessive di tutti i lavoratori e sull’intero comparto economico sammarinese. Basti pensare – aggiunge la CSdL - che i lavoratori non residenti rappresentano circa il 45% della forza lavoro nei settori privati. Questioni che però la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri intende lasciare fuori da questa nuova intesa, sono già stati inseriti – spiega Fabio Berardi – nella lettera con la quale il documento sarà accompagnato. Un tema dunque sul quale, fra Italia e San Marino, si dovrà aprire un confronto specifico. L’obiettivo di questo nuovo trattato – chiarisce il Segretario degli Esteri – è quello di individuare nuove aree di sviluppo. E non è un caso che l’accordo tocchi in dieci articoli altrettanti punti specifici. Il ruolo dei frontalieri – aggiunge – è di grande importanza e il Governo si è già impegnato ad affrontarlo. Nella nota inviata a Frattini – svela Berardi - si parla anche della white list, come pure della disponibilità di individuare soluzioni per i frontalieri. Dunque il tema non è trascurato. Ma al tavolo negoziale si dovrà discutere di apertura di nuove aree di sviluppo e solo se l’Italia non avrà obiezioni si potrà inserire questo aspetto nella trattativa. E’ un’impostazione che piace poco ai sindacati che avrebbero preferito affrontare subito il problema. Per Giovanni Ghiotti – della Confederazione del Lavoro – è una scelta non condivisibile; una importante occasione persa per dare soluzione alle complesse problematiche di questa categoria di lavoratori. Marco Beccari – segretario della CDLS – evidenzia come nella bozza si trattino aspetti che attengono allo sviluppo complessivo del paese insieme ad altri che hanno ripercussioni dirette sul fronte occupazionale. Aspettiamo con ansia – aggiunge – di conoscere un testo più definito, considerato che la trattativa sarà lunga e complessa. Ma l’accordo di cooperazione economica non era l’unico punto in discussione. Al centro dell’incontro anche i temi economici più in generale. Il Governo si è impegnato a portare, sul tavolo negoziale, non solo gli aspetti già previsti nel programma dell’esecutivo, ma anche quelli che riguardano l’equità fiscale, la riforma tributaria, politiche di sviluppo, costo della vita e tariffe. I sindacati si attendono proposte da parte dell’esecutivo per arrivare presto a definire interventi efficaci e condivisi per risolvere le numerose problematiche sociali, occupazionali ed economiche del paese.
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