Agosto caldo in politica: tensioni e reciproche accuse, dalle Commissioni ai social
Clima di tensione anche ieri, con Teodoro Lonfernini che attacca l'inattività delle commissioni, mette in discussione progetti come il parcheggione e il nuovo ospedale, definendoli “propaganda mentre la tesoreria è ai minimi storici”. “Non ci sono interventi strutturali, solo decreti”– rincara la dose Denise Bronzetti mentre Davide Forcellini torna sulla richiesta di convocare commissioni, “è la modalità che ha l'opposizione – spiega – per trattare argomenti che ritiene importanti. Se l'ordine degli avvocati ha chiesto un'audizione, un motivo c'è”. Richieste reiterate che per Marica Montemaggi alzano il muro. “Un uso forzoso e abusato che non fa altro – avverte – che aumentare lo scontro”. Ironizza il Segretario alla Giustizia: “certamente questa convocazione cambierà le sorti del paese”.
È bagarre anche sul gettone di presenza. Tutti i commissari di maggioranza rinunciano, come già fatto nella precedente commissione 4. “Crediamo che tali modalità – spiega il Presidente Mimma Zavoli - non facilitino affatto le buone prassi politiche che favoriscono il confronto democratico”. In maggioranza c'è chi fa i conti e parla – fra gettone e spese collaterali – di circa 2000 euro a commissione. Convocazioni che al contrario la minoranza ritiene opportune ed ordinarie. “Non rinunceremo al gettone” - dice - facendone questione di principio e tacciando i colleghi di demagogia. “State facendo passare nel paese che stiamo sperperando denaro in Commissioni inutili – attacca Mariella Mularoni – è scorretto” e tira in ballo sedute serali e notturne del Consiglio. “Da mesi – dice – chiediamo in Udp orari diversi, ma c'è chi vive solo con quel gettone”. “Sarà la cittadinanza – risponde Renzi – a valutare se è più credibile chi rinuncia o chi se lo intasca”. Tema che spopola sui social, con aspri botta e risposta.
Il mirino torna poi sul 199 ter e più in generale su quelle che Lonfernini definisce le omologazioni agli organismi internazionali verso una trasparenza esasperata. “Abbiamo rinunciato ai nostri tre pilastri – segreto bancario, anonimato societario ed ora anche monofase - senza ottenere nulla in cambio. Se avessimo gestito in modo corretto questi privilegi non saremmo oggi in questa grave crisi". Quasi li rimpiange. “Oggi – dice – c'è chi vorrebbe tornare indietro”.
Maggioranza ed opposizione si troveranno faccia a faccia sabato, alla tavola rotonda organizzata per la Festa dell'Amicizia. Se queste sono le premesse voleranno scintille.
MF