Alleanza Popolare a congresso: "non saremo l'anello debole del governo"
Alleanza Popolare nasce esattamente 20 anni fa: era il 22 febbraio 1993 quando 43 cittadini sottoscrivevano il manifesto costitutivo, per rompere gli schemi di un quadro politico consolidato. Dopo gli anni d'oro, costellati da successi, Ap alle ultime elezioni ha perso terreno e quasi la metà dei consensi, che ora vuole riconquistare: il congresso serve al rinnovamento, l'idea è di affidare il coordinamento ad un volto nuovo e la presidenza a persona di comprovata esperienza. Lo ha ricordato anche il coordinatore uscente Stefano Palmieri nel suo intervento introduttivo: “Ap non ha la pretesa di diventare il partito che detta le condizioni – ha detto – ma non intende nemmeno rappresentare l'anello debole del governo”. Governo dunque subito pungolato, per il coordinatore è partito con il freno a mano tirato, e soprattutto dovrebbe dare il buon esempio, in un momento di crisi, quando tutti sono chiamati a turare la cinghia, devono farlo soprattutto le Segreterie di Stato: “Non siamo stati d'accordo su alcune delibere di spesa – ha rincarato Palmieri – vorremmo che il governo fosse irreprensibile verso tutto ciò che rappresenta una spesa non necessaria, le Segreterie devono rendersi interpreti di una condotta rispettosa della crisi e dei cittadini in difficoltà”. Ap promette appoggio incondizionato, a patto che l'attività di governo sia rapida e determinata su tutte le questioni più urgenti, uscita dalla black list compresa. Ma guarda anche al futuro, apre a nuove forze, sogna nuove aggregazioni, con chi condivida i suoi stessi principi di etica e legalità.
Francesca Biliotti
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