E' un giro di vite, quello imposto dall'Esecutivo, riguardo i criteri di nomina del corpo diplomatico. Dopotutto, è stato notato, negli ultimi anni non sono mancati i casi di diplomatici sammarinesi balzati agli onori delle cronache non per le loro abilità nei delicati incarichi. Come Achilleas Kallakis, condannato in appello a Londra a 11 anni di carcere, o Enrico Maria Pasquini, coinvolto in indagini per riciclaggio. Così sono stati fissati una serie di paletti. L'utilizzo del passaporto diplomatico ad esempio, solo per motivi inerenti la propria funzione. Tra i requisiti essenziali ora richiesti dal governo, i titolari di sedi consolari, non appartenenti alla carriera diplomatica, che di norma devono essere residenti nel luogo d'accredito; qualora non siano in grado, in via eccezionale, di garantire tale residenza, devono creare le condizioni affinché l'amministrazione sammarinese, l'utenza e le istituzioni del Paese d'accredito possano rivolgersi loro per ottenere assistenza. Il corpo diplomatico dovrà poi tenersi aggiornato sulle iniziative di politica estera e conoscere la lingua italiana. Per i sammarinesi non facenti parte del personale diplomatico di carriera o per i non sammarinesi ci sarà particolare attenzione nell'attività professionale, compatibile col corretto svolgimento della funzione. La carica, puntualizza il governo, non potrà in nessun modo essere utilizzata per produrre beneficio all'attività professionale stessa. Infine non verranno rinnovati i consoli a disposizione, come già annunciato.
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