Ap denuncia: "Con l'Italia rapporti deteriorati"

Ap denuncia: "Con l'Italia rapporti deteriorati".
“La riunione della Commissione Mista è andata tutt’altro che bene”. Alleanza Popolare esprime un giudizio di forte preoccupazione sui colloqui dei tecnici a Roma. “La lotta al riciclaggio resta il primo dei problemi e su questo fronte – dichiara – risultati concreti non ce ne sono stati. Bene la legge adottata, ma va ancora verificata la sua applicazione”.
Poi c’è la questione delle banche. “Anche in questo caso – spiega Ap – non si è fatto alcun passo in avanti. La codifica extra UE assegnata da Banca d’Italia viene confermata nonostante gli accordi del ‘39 e del ‘91, segno che quelle intese vengono considerate superate”.
Tito Masi rivela che “Banca d’Italia ha in corso una ricognizione sui rapporti fra i soggetti italiani del credito e le banche sammarinesi, per verificare la conformità alle norme. Ma c’è di più. L’11 settembre scorso – rivela sempre Masi – l’Unità Finanziaria della Banca d’Italia, l’equivalente dell’Agenzia d’Informazione Finanziaria appena nominata da San Marino, ha comunicato la disdetta del Protocollo d’Intesa firmato nel luglio 2001 in materia di riciclaggio. Fra le motivazioni – spiega – le tensioni nei rapporti bilaterali fra i due sistemi”.
“Insomma la situazione è gravissima – afferma Antonella Mularoni – il rapporto con l’Italia è profondamente deteriorato e su questo pesa la mancata collaborazione”. Alleanza Popolare cita il caso Asset e punta il dito sul segretario Stolfi, indicandolo come “responsabile di una sottovalutazione dei problemi, non in grado di recuperare il rapporto con l’Italia che in questi anni ha registrato passi indietro”. Minata la sua credibilità e autorevolezza. Giorgetti definisce “irresponsabile la coalizione avversaria che – dichiara – ignora completamente questo problema. La firma imminente dell’accordo di cooperazione – spiegano i vertici di Ap – è una bufala, la bozza elaborata dai tecnici nel giugno 2008 non è ancora passata al vaglio del ministro Tremonti e quindi non è vero che il documento sia pronto per la firma”.

Sergio Barducci

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