Alleanza Popolare ripercorre le tappe della vicenda casinò e documenta quelle che indica come inadempienze della Giochi San Marino in relazione alla convenzione stipulata il 25 ottobre 2001 con il Governo Sammarinese. Prima fra tutte, la mancata costruzione del mega-albergo di Murata che – secondo Tito Masi - nell’accordo figurava quale primo obiettivo. In realtà, dietro all’albergo si nascondeva l’intento di aprire un Casinò - afferma Masi - ma evidentemente qualcosa è andato storto e il progetto è stato frenato. Nell’articolo 19 della convenzione viene però stabilito che, qualora l’albergo non venisse costruito, resti la possibilità di continuare nell’esercizio delle attività di gioco. Una scappatoia - denuncia Masi – prevista sin dall’inizio, un chiaro segnale che gli obiettivi erano altri. Ma l’insolvenza della Giochi San Marino – aggiunge – si manifesta anche nel mancato acquisto entro i termini stabiliti dalla convenzione, dell’Ex garage Masi, quale sede destinata alle attività di gioco. Ci sono tutti gli strumenti – dichiara Masi - per far sì che la convenzione venga rescissa ma ciò non avviene – conclude – per scelta politica. Rinunciare al Keno – sostiene il capogruppo di AP - non è conveniente agli occhi del Governo poiché la maggior parte degli utili derivano proprio da questa attività. Gli intendimenti del Congresso di Stato per Masi fanno solo gli interessi della Giochi San Marino, con l’annullamento della sola parte di convenzione relativa all’albergo di Murata e prorogando l’affitto del Kursaal e la data di acquisto della ex autorimessa. Da Mario Venturini, una riflessione sullo stretto rapporto che, a suo parere, lega tuttora il mondo della politica e quello degli affari. Le attuali manovre della Giochi San Marino – sostiene - consentono di praticare attività di casinò strisciante e ciò va contro l’accordo con l’Italia firmato nel ’53 che vieta la pratica del gioco d’azzardo in territorio sammarinese. L’irregolarità delle attuali macchinette, infatti, - puntualizza Venturini- è stata documentata nella relazione di un esperto del settore presentata alla Reggenza dall’Unione Commercianti, tesi completamente smontata dal Governo che ne ha ribadito la regolarità dopo le ultime verifiche effettuate dal Comitato tecnico di controllo. Una vicenda dai tratti oscuri ma che – fanno sapere - non indebolirà l’impegno da parte di Alleanza Popolare nel portare avanti la propria battaglia in nome della trasparenza.
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