Referendum al centro dei lavori del Consiglio

Il Consiglio si apre nel ricordo di Giuseppe Maiani, “uomo – sottolineano i Capitani Reggenti - che ha segnato la vita sociale e politica del paese, con impegno, coerenza e fedeltà agli ideali. Poi, in Comma Comunicazioni, Rete porta all'attenzione dell'Aula una vicenda che potrebbe – avverte - avere gravi ripercussioni su immagine e reputazione del paese. Il 7 giugno - dice Roberto Ciavatta - San Marino sarà imputato in un processo al tribunale di Parigi per mancato rispetto della Carta dei Diritti Umani. Ci sono impegni internazionali sottoscritti a cui però non hanno fatto seguito norme precise nei confronti del giusto processo e per risarcimento in caso di errore giudiziario. Due anni e mezzo fa, ricorda Ivan Foschi, il Consiglio ha approvato un odg che impegnava il Segretario agli Esteri a presentare norme in questa direzione, "ma il Governo non ha mosso un dito”. “Non trovo ragione plausibile – continua Foschi - per compromettere la nostra credibilità internazionale”. Per Federico Pedini Amati il problema è legato al fatto che San Marino si assume obblighi internazionali che poi non applica. L'attenzione della minoranza si sposta poi sul progetto di cogenerazione per l'autonomia energetica. A che punto siamo e quale sarà l'impatto sulla nostra realtà? Sollecitata da Civico 10, Antonella Mularoni ricostruisce percorso, obiettivi e lo stato dell'arte. Parla di un progetto ambizioso, di ultimissima generazione. Assicura: il Congresso di Stato non ha ancora approvato nulla dato che sono in corso approfondimenti. Di certo entrano nelle valutazioni anche i rapporti con l'Italia. La prossima settimana il gruppo tecnico appositamente costituito riferirà al Governo. Subito dopo – anticipa – ci sarà un incontro con tutti i gruppi consiliari. Per Alessandro Mancini e Vladimiro Selva è importante analizzare l'impatto ambientale, i rapporti con gli organismi internazionali e i riflessi su autonomia e sovranità. Selva avverte: serve una forte condivisione. Botta e risposta fra Mimma Zavoli e Teodoro Lonfernini. Il Consigliere di Civico 10 chiede un riscontro sulla partecipazione di San Marino all'Expo. Quali sono state le ricadute? Non ci basta leggere nei comunicati dei partiti che la missione è stata trionfale – dice la Zavoli - vogliamo dati concreti”. “Sull' Expo – replica Lonfernini- la cittadinanza è stata informata. Ci sono stati grandi risultati per il paese: dal doppio dei visitatori al triplo incasso alle numerose relazioni. Insomma, sono stati superati i numeri preventivati all'avvio del progetto.
Dopo il giuramento di Giovanna Cecchetti in sostituzione di Paride Andreoli nel gruppo socialista, si apre l'atteso dibattito sull'esito del referendum. Il Governo si dice soddisfatto per i no sulla variante di Rovereta, e per i sì dovrà dare piena attuazione alla volontà dei cittadini. Due dati politici emergono su tutti: la grande affluenza e una certa sfiducia verso la politica tutta, rileva Luigi Mazza, che ammette: i sì sono hanno superato le mie previsioni. Sulla stessa linea Noi Sammarinesi: non me l'aspettavo – dice Massimo Cenci – e non sono soddisfatto. “Non si può negare – aggiunge Ivan Foschi - che dietro al malcontento ci sia il bilancio fallimentare dell'Esecutivo.” Ed è forte la critica di Sinistra Unita, che vuole smentire chi ipotizza che la maggioranza sia pronta ad accoglierla. “Impensabile – afferma - ogni ipotesi di questo tipo”. Opposizione ferma, sì, ma sempre propositiva. Non mancano neppure le critiche a chi ha politicizzato il referendum. “Si è giocata una partita di altra natura”, commenta Andrea Zafferani, e il Governo – accusa Paolo Crescentini - è entrato in quesiti che non lo competevano, sortendo l'effetto contrario. Nicola Selva rincara la dose: bisogna ammettere che il problema politico c'è e non basta prenderne atto. Su e Civico 10 annunciano che presenteranno un odg per chiedere di dare soddisfazione alla volontà popolare. Elena Tonnini si augura che le norme vengano attuate subito senza cercare escamotage. Sul quesito di Rovereta, per Antonella Mularoni ha prevalso il buon senso, la voglia di lavorare. “Ci auguriamo che anche coloro che hanno votato sì dando fiducia ad argomenti diffusi ad arte da chi aveva ben altri interessi, si rendano conto di essersi sbagliati”. Riconosce che il Governo è percepito come poco autorevole, che non riesce a fare molte cose, e invita maggioranza e governo ad avere il coraggio di agire perché lo sbaglio più grosso nei momenti di crisi – dice - è non fare niente. "Questo Governo statico e incapace - dice Augusto Casali - non è più in sintonia con la maggioranza del paese. La vittoria del comitato promotore è anche la vittoria di Rete, Pedini Amati e Luca Lazzari". E sulle norme da attuare: "il Governo non deve interpretare l'esito del referendum ma esaudire la volontà del popolo".

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