Referendum al centro dei lavori del Consiglio
Dopo il giuramento di Giovanna Cecchetti in sostituzione di Paride Andreoli nel gruppo socialista, si apre l'atteso dibattito sull'esito del referendum. Il Governo si dice soddisfatto per i no sulla variante di Rovereta, e per i sì dovrà dare piena attuazione alla volontà dei cittadini. Due dati politici emergono su tutti: la grande affluenza e una certa sfiducia verso la politica tutta, rileva Luigi Mazza, che ammette: i sì sono hanno superato le mie previsioni. Sulla stessa linea Noi Sammarinesi: non me l'aspettavo – dice Massimo Cenci – e non sono soddisfatto. “Non si può negare – aggiunge Ivan Foschi - che dietro al malcontento ci sia il bilancio fallimentare dell'Esecutivo.” Ed è forte la critica di Sinistra Unita, che vuole smentire chi ipotizza che la maggioranza sia pronta ad accoglierla. “Impensabile – afferma - ogni ipotesi di questo tipo”. Opposizione ferma, sì, ma sempre propositiva. Non mancano neppure le critiche a chi ha politicizzato il referendum. “Si è giocata una partita di altra natura”, commenta Andrea Zafferani, e il Governo – accusa Paolo Crescentini - è entrato in quesiti che non lo competevano, sortendo l'effetto contrario. Nicola Selva rincara la dose: bisogna ammettere che il problema politico c'è e non basta prenderne atto. Su e Civico 10 annunciano che presenteranno un odg per chiedere di dare soddisfazione alla volontà popolare. Elena Tonnini si augura che le norme vengano attuate subito senza cercare escamotage. Sul quesito di Rovereta, per Antonella Mularoni ha prevalso il buon senso, la voglia di lavorare. “Ci auguriamo che anche coloro che hanno votato sì dando fiducia ad argomenti diffusi ad arte da chi aveva ben altri interessi, si rendano conto di essersi sbagliati”. Riconosce che il Governo è percepito come poco autorevole, che non riesce a fare molte cose, e invita maggioranza e governo ad avere il coraggio di agire perché lo sbaglio più grosso nei momenti di crisi – dice - è non fare niente. "Questo Governo statico e incapace - dice Augusto Casali - non è più in sintonia con la maggioranza del paese. La vittoria del comitato promotore è anche la vittoria di Rete, Pedini Amati e Luca Lazzari". E sulle norme da attuare: "il Governo non deve interpretare l'esito del referendum ma esaudire la volontà del popolo".