La DC cerca l’unità interna nel suo XVI Congresso politico. Il Capogruppo Claudio Podeschi, nella relazione di partura, non risparmia critiche al suo partito: “La nostra azione politica – dichiara – almeno fino alle ultime elezioni politiche del 2001, è stata caratterizzata da una ricerca esagerata del consenso, da un eccessivo protagonismo e personalismo nell’esercizio della attività di Governo, da progetti non sempre adeguati. Questo – ha aggiunto – ha causato la sfiducia dei cittadini verso il nostro partito e verso la politica in generale, determinando un lungo periodo di incertezza”. Podeschi ha ricordato il tavaglio vissuto dalla DC, il periodo trascorso all’opposizione, i contrasti non solo interni, i distacchi. “Oggi però – ha affermato – tutto è superato, è necessario gettarsi alle spalle polemiche e dissapori, costruire insieme, pur nel confronto democratico e nella onesta diversità di opinione, il futuro del nostro partito”. Guardando all’esterno, Podeschi evidenzia il mancato dialogo con AP. “Nonostante abbiamo compiuto – dichiara – ogni ragionevole passo, non abbiamo avuto risposte soddisfacenti per il futuro. Attendiamo i giudizi di AP sulla nostra proposta politica, per valutare il suo atteggiamento verso la DC”. Il patto federativo, lanciato dai partiti minori, Podeschi lo definisce un progetto ambizioso lanciato da un gruppo eterogeneo di individualità e partiti. “Siamo disponibili a confrontarci con spirito costruttivo – dichiara – ma devono rendersi conto che il centro è e sarà occupato da noi, come dimostra la storia anche presente della politica sammarinese. Sarebbe arduo pensare ad un doppio centro. Con Rifondazione Comunista le differenze sono enormi e incolmabili. Ma il punto nodale della discussione politica – afferma Podeschi – è il Governo Straordinario. Siamo fiduciosi – dichiara – di riuscire a completare nei tempi dovuti il programma e che saranno costruite le basi per il futuro rilancio di una azione politica valida e costruttiva per il Paese. Un’azione politica che avrà bisogno ancora per molti anni di larghe intese fra le forze politiche. Non credo – ha aggiunto – ci siano le condizioni per un progetto di alternativa politica. Finché non saranno adottate radicali riforme istituzionali serviranno Governi con un forte sostegno parlamentare, non improntati alla straordinarietà, ma capaci di costruire alleanza basate su precisi, qualificanti e complessi obiettivi programmatici, cementati da spirito costruttivo, lealtà di rapporti, correttezza dei comportamenti, trasparenza assoluta ed incondizionata”. Poi le proposte, approfondite, documentate, puntuali, sulle riforme istituzionali, l’economia, il mercato del lavoro, il turismo e il commercio, gli interventi in campo sociale, pensionistico, la situazione internazionale e la politica estera, la pace, con riferimento, per quest’ultimo aspetto, alle parole di Giovanni Paolo Secondo: “Abbiamo forse più che mai bisogno delle parole di Cristo risorto: “Non abbiate paura!”.
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