“Gabriele ritira quella firma”. L’appello è di un vecchio militante democristiano, il consigliere Giuseppe Arzilli, che in una lunga e appassionata lettera aperta invita l’ex leader Dc a ritornare sui propri passi e a cancellare la propria firma dal documento sottoscritto insieme ai rappresentanti delle opposizioni. Una firma che per Arzilli è un errore ma non imperdonabile: “Ritirala – dichiara nella lettera – e lascia quegli improvvisati compagni di viaggio che non hai mai dimostrato di gradire. Se veramente credi nella divisione dei poteri e nell’indipendenza della magistratura – commenta il consigliere democristiano – la tua firma su quel documento non avrebbe dovuto essere apposta”. Per Arzilli è un atto forte di pressione intimidatoria verso l’intero corpo della Magistratura e di sfiducia verso un sistema che da pochi mesi ha iniziato a muovere i primi passi dopo una profonda riforma. “Non commettere l’errore di chi è uscito dal partito o, peggio – lo esorta Arzilli – costringere il partito ad espellerti per comportamenti che un vero democristiano non terrebbe. Nella politica, come nella vita – conclude Arzilli il suo accorato appello a Gatti – occorre avere il coraggio delle proprie azioni ma anche l’umiltà di ammettere gli errori”.
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