“Servirebbe un Governo di unità nazionale”. È proprio la Csu a manifestarne l'esigenza nel corso dell'incontro post-assemblea congressuale avuto con il Psd. Prospettiva cui guardano con favore anche i vertici del partito, alla luce del clima di “sfiducia – sostengono - ingenerato da questo Esecutivo nel Paese”. Sotto la lente i tagli che colpiscono i lavoratori, i pensionati e il mancato trasferimento di decine di milioni di euro al fondo pensioni; tutte ragioni – ricordano da Via Rovelino - che nonostante il freddo hanno portato a scendere in piazza tante persone, la cui voce è rimasta comunque inascoltata. “Attuale e ragionevole” dunque, per il Psd, la proposta di superamento di questo Governo, “per lanciare un periodo di sospensione delle ostilità e di lavoro attorno a pochi punti di programma di emergenza, al fine – spiegano - di uscire dallo stallo economico e soprattutto da un conflitto istituzionale mai così pronunciato, all’interno del tribunale, tra la politica e tutti i corpi intermedi”.
Per quanto lodevole come iniziativa, considerato pressoché vano, nella sostanza, il tentativo messo in atto da Abs con il Comitato strategico, causa l'impossibilità per gli stessi promotori di trovare “chi possa presiedere – si è detto - un tavolo così decisivo per il paese e su argomenti che non competono l’ambito bancario-finanziario”. Psd e Csu concordano sul fatto che le riforme siano inevitabili, “e deve essere consentito – aggiungono - ad ogni rappresentanza di poter svolgere il proprio ruolo”, senza ritrovarsi a giochi fatti.
Rilievi mossi da Gerardo Giovagnoli e Andrea Belluzzi ai rappresentanti di Repubblica Futura, prima forza di maggioranza incontrata in questo giro di consultazioni, nell'ambito di uno scambio franco sì, ma che non ha trovato l'auspicata convergenza di vedute. Dito puntato sulla posizione giudicata “incoerente” degli esponenti di RF, ex Alleanza Popolare, già al governo con il PSD nella scorsa legislatura, “per aver dimenticato – accusano - anche quanto di buono fatto, prolungando tuttora la campagna elettorale su argomenti propagandistici”. Roger Zavoli e Nicola Selva dal canto loro confermano la difficoltà di portare avanti un confronto, che al momento appare senza via d'uscita, ma difendono la strategia finora intrapresa, dettata - sostengono - da condizioni economiche che richiedono azioni decise.
Per quanto lodevole come iniziativa, considerato pressoché vano, nella sostanza, il tentativo messo in atto da Abs con il Comitato strategico, causa l'impossibilità per gli stessi promotori di trovare “chi possa presiedere – si è detto - un tavolo così decisivo per il paese e su argomenti che non competono l’ambito bancario-finanziario”. Psd e Csu concordano sul fatto che le riforme siano inevitabili, “e deve essere consentito – aggiungono - ad ogni rappresentanza di poter svolgere il proprio ruolo”, senza ritrovarsi a giochi fatti.
Rilievi mossi da Gerardo Giovagnoli e Andrea Belluzzi ai rappresentanti di Repubblica Futura, prima forza di maggioranza incontrata in questo giro di consultazioni, nell'ambito di uno scambio franco sì, ma che non ha trovato l'auspicata convergenza di vedute. Dito puntato sulla posizione giudicata “incoerente” degli esponenti di RF, ex Alleanza Popolare, già al governo con il PSD nella scorsa legislatura, “per aver dimenticato – accusano - anche quanto di buono fatto, prolungando tuttora la campagna elettorale su argomenti propagandistici”. Roger Zavoli e Nicola Selva dal canto loro confermano la difficoltà di portare avanti un confronto, che al momento appare senza via d'uscita, ma difendono la strategia finora intrapresa, dettata - sostengono - da condizioni economiche che richiedono azioni decise.
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