San Marino, che non ha esitato ad aprire i suoi confini ai rifugiati Ucraini rinnovando quello spirito di solidarietà che l'ha contraddistinta durante la seconda Guerra Mondiale, vuole rodare la macchina dell'accoglienza, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei minori. Siamo lontani dai numeri iniziali, quando scoppiò il conflitto e il Titano si trovò ad ospitare fino a 360 ucraini. Molti di loro sono tornati in patria, altri hanno scelto di vivere altrove, ed oggi in territorio ne sono rimasti poco più di 80, soprattutto donne con figli.
Ed è proprio sui minori che Luca Beccari, in Commissione Esteri, punta l'attenzione, perché se diamo permessi – spiega - devono essere tutelati, assolvendo l'obbligo scolastico. Non tutti, infatti, frequentano gli istituti sammarinesi ma studiano a distanza nelle scuole ucraine. Occorrerà provarlo. Quindi, l'intenzione è di rafforzare il mantenimento del soggiorno producendo certificazioni che lo attestino. Servirà una forma di collaborazione, o con l'ambasciata ucraina o con altri organismi, per certificare che i bambini in età scolare non iscritti alle scuole sammarinesi frequentino davvero, a distanza.
C'è poi il tema legato agli alloggi: la maggior parte – dice Beccari – ha trovato sistemazioni, altri – circa una ventina - vivono in abitazioni messe a disposizione da Stato ed enti privati. "Col passare degli anni bisognerà trovare situazioni più stabili per chi decide di rimanere". Insomma, il tema – dice – è garantire tutti i servizi attorno alla persona affinché la permanenza nel nostro territorio sia dignitosa e rispettosa dei bisogni primari.
Alla ripresa dei lavori, dopo la seduta segreta su permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari, la Commissione ha approvato l’Ordine del Giorno presentato dal Consigliere Fabio Righi e riformulato con il Segretario agli Esteri, per la promozione di un summit annuale dei Piccoli Stati d’Europa a partire dal 2025. “Riuscire a coordinare un’azione dei piccoli Stati – ha spiegato Righi - diventa determinante anche quando parliamo di investimenti, mettendo sul tavolo esigenze che possono essere comuni”.