Bilancio, gli edili contro patrimoniale e aliquota del 5%: "Mette in ginocchio il settore immobiliare"

Il bilancio entra nel mirino non sono delle associazioni datoriali ma anche dell'Ases che non risparmia critiche a provvedimenti che – dice – rischiano di mettere in ginocchio il settore immobiliare. La crisi dell'edilizia è ben nota e quando si è abbattuta con violenza dopo anni d'oro, ha ridotto in numero delle imprese di costruzione. “Da 120 che eravamo – spiega il presidente Ases Luca Monaldi – ci siamo come minimo dimezzati”. Un'onda che ha inghiottito anche l'indotto e le attività che girano intorno alle costruzioni, come idraulica, falegnameria, impiantististica. Calata la concorrenza, il settore è stazionario. Monaldi non si lamenta: “si lavora. Non si fanno grandi affari ma si tira avanti”. Finalmente, uno spiraglio: l'apertura del mercato ai non residenti. “Proposta che portavamo avanti da anni” – precisa - ma che cozza – dice – con il ripristino dell'aliquota del 5% dell'imposta di registro sulle compravendite immobiliari. “Dove sta – chiede – la convenienza?” Ogni tassa al settore edile – continua l'Ases - allontana l'acquirente, scoraggiando chi ha ancora voglia di investire nel mattone”. L'impressione generale è che il mercato immobiliare non abbia subito flessioni. Monaldi però precisa: costruire in classe A e con leggi antisismiche costa di più. I prezzi possono sembrare uguali al passato ma il prodotto è nettamente diverso. Ad essere calato, invece, il costo dei terreni. “Le cifre si sono ridimensionate dopo la bolla fuori logica di 5, 6anni fa”. Spaventa anche la patrimoniale e c'è rabbia che a pagare debba essere ancora una volta chi lavora nel privato. “Gli sprechi più grossi – insiste – sono nella pa”. Cosa chiedono gli edili? “Che non venga applicata l'aliquota piena e che non venga aumentata la pressione fiscale. Chiediamo al Governo di guardare, prima di fare cassa subito, alle ripercussioni delle scelte nel medio e lungo periodo. Le poche imprese rimaste sono stanche. Io lo sono”, confida Monaldi. Poi, un'ultima riflessione che nasconde il timore più grande: “diamo per scontato che sulla prima casa l'aliquota sia intoccabile. In caso contrario sarebbe impossibile vendere. Chiudo baracca”.

MF

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