Attacco ai dissidenti, il PSD: "Decisione gravissima"; i DdC: "Miserevole"
Tutto è cominciato con la lettera dei due ribelli del PSD, prima consegnata alla Reggenza e poi al partito. I Capitani Reggenti convocano d’urgenza i Capigruppo consiliari, bisogna decidere se fare o meno il Consiglio. Visti i tempi ristrettissimi, si decide di aprire comunque i lavori ma con all’ordine del giorno il solo comma Comunicazioni.
Un’ora dopo i Capitani Reggenti prendono la parola per informare l’Aula che alla luce dei nuovi avvenimenti il PSD, anche a nome delle altre tre forze politiche, ha ritirato il programma e l’Esecutivo.
Tutto da rifare dunque a cominciare dalle consultazioni convocate per martedì mattina dai Capi di Stato a Palazzo Pubblico. Cominceranno i Sammarinesi per la Libertà alle 9.30, a seguire tutti coloro che hanno presentato liste elettorali. Concluderà, alle 18.30, il Partito dei Socialisti e dei Democratici.
In chiusura di seduta un augurio da parte della Reggenza: che la crisi possa risolversi in tempi brevi, o con la formazione di un nuovo Esecutivo o con elezioni anticipate. Poi il sciogliete le righe.
Il Consiglio si chiude ma si aprono tutta una serie di riunioni politiche. I primi a commentare tramite nota sono i Socialisti e Democratici: condannano fermamente la scelta e il comportamento dei due consiglieri. “Un atto senza preavviso, senza dissociarsi formalmente dalle decisioni democraticamente assunte dal partito e partecipando attivamente, soprattutto Nadia Ottavini, a tutte le fasi di costruzione del nuovo Esecutivo. Vanificando lo sforzo del partito di assicurare un Governo al Paese”. Per il PSD le ragioni addotte dai due consiglieri sono pretestuose e strumentali e non hanno nulla a che vedere con gli ideali storici del socialismo riformista e democratico. La giudicano una decisione “gravissima che crea ulteriore confusione e instabilità, denotando un senso dello Stato inesistente e la mancanza assoluta del rispetto per il partito, gli elettori e il Paese”.
“Un miserevole colpo di scena” per i Democratici di Centro. Il comportamento dei due “rappresentanti del popolo”, li definiscono, si commenta da sé, e si presta ad una severa censura per la mancanza di rispetto nei confronti della Reggenza e del Consiglio. “Se tuttavia – proseguono – il loro obiettivo, e dei padrini che li manovrano, è quello di smantellare il sistema e di creare disorientamento, sappiano che un disegno di tale perversione troverà la risposta ferma e consapevole dei sammarinesi attraverso il voto”. Elezioni subito, per i DdC, con il Governo e la maggioranza attualmente in carica, su cui si potrebbe ricomporre – in un rinnovato spirito di comprensione e con tutta la chiarezza necessaria – quell’embrione di coalizione che già si era profilato a partire dal 27 novembre dello scorso anno.