CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

Atto organizzativo Iss: dialettica in maggioranza, critiche dall'opposizione

Sds alla Sanità Mularoni: "Fotografa l'esistente e prevede il potenziamento di settori strategici".

Ripresi i lavori del Consiglio Grande e Generale che proseguiranno fino a giovedì. Al centro del dibattito il decreto sull'atto organizzativo e il fabbisogno dell’Istituto Sicurezza Sociale. Il Segretario di Stato alla Sanità Mariella Mularoni ha dichiarato che il provvedimento prevede il potenziamento di settori strategici ed è pronto anche per l'accordo di associazione con l'Unione Europea.

Pieno appoggio, al decreto, da parte del Pdcs che con i suoi consiglieri, ha sottolineato il potenziamento della medicina di base, l'attenzione rivolta al settore sociosanitario, la necessità di andare verso la libera professione medica intramuraria. Libera ritiene prioritaria anche la nomina di un nuovo comitato esecutivo e sottolinea le modifiche migliorative concordate rispetto al testo originario, per valorizzare la medicina territoriale e l'aspetto universalistico della sanità. Dal Psd l'ipotesi di un ordine del giorno conclusivo che preveda l'istituzione di una commissione interdisciplinare per la riforma dell'Iss. Per Alleanza Riformista, prima di arrivare alla ratifica del decreto, sarebbe stato opportuno maggior confronto per dibattere sul modello di sanità a cui si punta, conoscendo nel dettaglio anche i numeri. Per Domani Motus Liberi il provvedimento non migliora la situazione, non diminuisce i costi, è frutto di un baratto politico e ha fatto emergere visioni diverse in maggioranza. Rete ha parlato di 'lottizzazione' dell'Ospedale e puntato il dito contro l'utilizzo, improprio, di una 'errata corrige', riferita al settore socio/sanitario (con aumento da 70 a 76 profili di ruolo) poiché l'errore nel testo non è materiale ma sostanziale e quindi sarebbe stato necessario un emendamento. Dello stesso avviso anche Repubblica Futura che sul decreto ha depositato più emendamenti di tutti - 18 – e in particolare nel settore socio-sanitario afferma che “non possiamo tornare indietro di 20 anni”.

Alla ripresa dei lavori, alle 15, la prosecuzione del dibattito e poi il voto che è anche un test di compattezza della maggioranza, dopo le diverse sensibilità emerse.

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