Audizioni nelle Commissioni, il dissenso delle opposizioni: "Fatto gravissimo"
Ma in tutti i casi, sono stati chiamati i Segretari di Stato per riferire. Questo ha provocato la reazione compatta di protesta. Per Elena Tonnini (Rete) siamo a una “deriva nella gestione delle informazioni”. “Non vogliono mettere a conoscenza i cittadini su questioni come i fondi pensione”, accusa Stefano Canti del Pdcs. Dalla Dc intervengono anche Mariella Mularoni e Gian Carlo Venturini. Siamo di fronte a una “cosa gravissima - dichiara Mularoni – e la Commissione non può essere condizionata dall'esecutivo”. Sulla stessa linea Venturini che parla di un Governo che “non può decidere quello che può essere ascoltato oppure no”.
Secondo Davide Forcellini di Rete, Adesso.sm ha “paura di un punto di vista diverso dal suo, con una scarsa o inesistente volontà di confrontarsi”. Si tratta di fatti “mai accaduti in precedenza”, spiega Denise Bronzetti (Ps). Nel passato, spiega, le audizioni non venivano negate. Sul tema delle presunte ingerenze del potere esecutivo su quello legislativo, quindi sulle commissioni, si focalizza Federico Pedini Amati (Mdsi). La nostra richiesta, afferma, “ha motivazioni chiare e non è avvenuta per un vezzo”.
Questa sera la commissione Sanità tornerà a riunirsi. Ma per Iro Belluzzi del Psd sarà “inutile”. Il Congresso di Stato, dice, non è riuscito a creare una “massa critica” con cittadini e categorie sociali. Se questa situazione proseguirà, le opposizioni si dicono pronte ad affrontare gli argomenti tramite canali alternativi, magari con incontri tra i soggetti da sentire e i partiti.
Mauro Torresi
Nel servizio, l'intervista a Elena Tonnini (Rete)