In aula il bilancio dello Stato: 62 le richieste di parola, toni pacati ma analisi distanti
"Ognuno deve fare la propria parte e nessuno può chiamarsi fuori", dice il Segretario alle finanze. Non è tempo di conflitti ma di fare sistema, rimarca. Gli introiti di ogni intervento ricorda, vanno a sostenere tutte le spese dello Stato: l'Iss, l'istruzione, le pensioni, gli stipendi pubblici, anche le strade su cui circoliamo ogni giorno. Eva Guidi invita a non dare mai niente per scontato e sulla liquidità precisa: a fine ottobre abbiamo in cassa 24 milioni. Il primo intervento è di Simone Celli, che richiamandosi alle valutazioni del Fondo Monetario, rivendica il suo operato alla guida delle finanze. Anticipa che “per Cassa di Risparmio va preparato un robusto intervento pubblico che dovrà essere abbinato ad una revisione della governance introducendo figure professionali specializzate in ristrutturazioni bancarie” e ribadisce che l'unica strada percorribile per risanare il sistema è quella degli accorpamenti perchè banche più grandi equivale a banche più solide.
Sul fronte opposto Marco Gatti, Pdcs. Se anche ci fosse un unica banca ma i progetti industriali restano quelli di oggi, afferma, neanche quella avrà mercato. L'opposizione insiste sul mancato trasferimento al fondo pensioni: la riforma, rimarca, è già stata fatta con la scelta di non versare per un anno 30 milioni di euro, restituendone solo 19 in 10 anni senza interessi. Critiche anche sui mancati tagli agli stipendi dei dipendenti delle aziende partecipate dallo Stato, inizialmente previsti, e che il sindacato ha definito ugualmente illegittimi. Soprattutto la minoranza punta il dito sulle consulenze. Sono ancora, dice, la principale fonte di sperpero anche in Banca Centrale.
La maggioranza replica ricordando che si parla di rinunce, non di sacrifici. I cittadini, sottolinea Jader Tosi, non sono vessati ma chiamati a fare la propria parte che potrebbe essere minore se chi deve pagare paga. Per questo aspettiamo risposte dal tribunale. Del tribunale parla anche Federico Pedini Amati che rileva “anomalie nelle inchieste in corso”. Torna sul rinvio a giudizio di Ciavatta e Santi e puntualizza di non avere ancora notizie della denuncia di Dim rispetto al bilancio, considerato falso, di Cassa di Risparmio. Da lui arriva anche una forte contestazione al sindacato per “il silenzio sul fondo pensioni” con la richiesta di tagliare anche i loro di stipendi. Le riforme strutturali hanno bisogno dell'apporto di tutti per essere efficaci, sottolinea il Segretario alla sanità. Proprio per questo, dice Santi, ci siamo presi più tempo per le pensioni. Tutti, afferma, dobbiamo prenderci un pezzetto di responsabilità nel riscrivere le regole.
Intanto il Segretario agli interni dice che “non è vero che siamo un Paese allo sfascio. Ci sono indicatori di crescita che seppur deboli sono positivi”
Sonia Tura