Banca Centrale: nuova strada e l'esempio di Andorra
Non è una novità che Banca Centrale sia diventata terreno di scontro politico. Sotto la lente la struttura, l'autonomia, gli stipendi, le funzioni. Qualcosa, però, sta per cambiare. La maggioranza spinge per un intervento radicale, la riforma dello Statuto, una complessiva riorganizzazione. “Banca Centrale va ripensata dalle sue fondamenta” ha detto senza mezze parole il Segretario alle Finanze. Dopo il suo intervento è stato approvato un odg che va proprio in questa direzione. Nel mirino c'è un istituto sovradimensionato rispetto ad un sistema profondamente mutato. Negli anni i soggetti vigilati si sono ridotti ma Banca Centrale è rimasta la stessa. Lo Stato – ha ricordato recentemente Civico 10 – le trasferisce annualmente due milioni e 800 mila euro. Quell'impegno economico – si legge nell'odg - verrà ridotto. Banca Centrale è in sofferenza. Il bilancio del 2016 certifica una perdita di oltre due milioni. L'anno precedente era andata peggio, con un calo che superava i 3 milioni. Salta agli occhi la voce dipendenti: i costi del personale superano i 7 milioni. 79 le risorse umane impiegate in Via del Voltone. Altre 13 sono assegnate all’Agenzia di Informazione Finanziaria. Il loro rapporto di lavoro è disciplinato da specifici contratti di tipo privatistico. Il Governo vuole maggiore snellezza e guarda agli altri piccoli Stati. Il Segretario agli Esteri Renzi ha portato l'esempio di Andorra, dove c'è un istituto di vigilanza solido, riconosciuto, analogo a Banca Centrale ma che impiega una ventina di persone per un sistema ben più sviluppato del nostro. Celli ha ricordato all'Aula la totale impunità e irresponsabilità amministrativa, civile e contabile che rendono Banca Centrale il perno dell’arbitrio, la chiave di volta di un sistema incapace di rigenerarsi. Per Psd e Mdsi, il Segretario alle Finanze sta scaricando tutte le colpe su Via del Voltone dopo aver difeso fino alla fine la vecchia dirigenza “anche in contrasto - attacca il Ps - con la sua stessa maggioranza”. La Dc parla di azione vile e indegna di diffamazione del personale mentre per Rete l'ingombranza di Bcsm è una responsabilità politica ben precisa che “prima ha usato l'istituto per clientelismo poi ha rimosso chi toccava i fili della banca sbagliata”. Oggi l'Istituto attende una nuova governance. Il direttore che verrà si inserirà quindi nel nuovo percorso individuato per Bcsm. Riceverà un mandato rivolto proprio agli impegni contenuti nell'ordine del giorno.
MF
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