Banca Centrale: ore decisive per il suo destino. Si discute sul nuovo assetto e sulla mission

Mai come in queste ore le vicende di Banca Centrale avevano occupato i pensieri della politica e non solo. Oggi, in Via del Voltone, una nuova riunione del Consiglio Direttivo, lo stesso che la scorsa settimana aveva caldeggiato le dimissioni del Direttore Generale, Mario Giannini, che pensava di limitarsi a lasciare solamente il Coordinamento di Vigilanza, dopo il ricevimento dell'avviso di garanzia da parte della magistratura sammarinese. Dopo il trasferimento di Andrea Vivoli alla relazioni internazionali, il Consiglio dovrà pronunciarsi sull'attribuzione all'ex capo della vigilanza anche dei progetti speciali, fra i quali anche l'annunciata centrale dei rischi. Ma in queste ore a tenere banco è, soprattutto, il destino del Presidente, Renato Clarizia, che ha perso, di colpo, lo staff dirigenziale con il quale si è confrontato fino ad ora e che per un schieramento significativo della politica dovrebbe pensare di farsi da parte. L'invito esplicito è arrivato dalle forze di minoranza, ma secondo le indiscrezioni anche nella coalizione di maggioranza ci sono pesanti pressioni perché l'intero management di Banca Centrale venga rivisto. Un vertice di maggioranza ad hoc si è tenuto anche ieri pomeriggio, tutto incentrato sulla mission di Banca Centrale, ragionando sul percorso che dovrà portare a definire i profili dei futuri manager a cui affidare non solo vigilanza e controllo ma anche lo sviluppo del settore bancario e finanziario. Nessuno parla, tutti si trincerano dietro la massima riservatezza, ma le indiscrezioni trapelano e sembra che il Governo intenda arrivare preparato alla sessione consiliare di domani, pronto ad affrontare un dibattito che si annuncia piuttosto caldo e tumultuoso. Due le posizioni che si stanno manifestando all'interno della coalizione: da un lato c'è chi invoca un intervento diretto e immediato, dall'altro chi preferirebbe un passaggio mediato e graduale, con il presidente Clarizia impegnato a gestire la transizione fino all'arrivo del suo eventuale successore. Un passaggio indolore, per evitare le situazioni traumatiche del passato, quando Bossone e Papi lasciarono di punto in bianco e se ne andarono sbattendo la porta e, soprattutto per non lasciare Banca Centrale senza alcun punto di riferimento in questo momento delicato. Difficile dire ora quale linea prevarrà, di fatto la situazione è in costante evoluzione. I tempi però stringono, anche perché, nel caso Clarizia venisse invitato a restare al suo posto, il suo incarico scadrebbe comunque il 31 di dicembre. Per arrivare pronti a quella data si deve capire con chiarezza entro i prossimi giorni quale sarà il futuro di Banca Centrale, a 10 anni dalla sua costituzione, e chi dovrà guidarla, ma soprattutto verso quale destinazione.

SB

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy