Bilancio 2018: 15 milioni dalla patrimoniale su ampia platea di beni ma con aliquote basse
La maggioranza non ha dubbi: il 2018 sarà l’anno della svolta, il bilancio previsionale il primo importante banco di prova. “E' necessario - scrive - far tornare i conti e dimostrare ai nostri imprenditori, agli investitori e agli organismi internazionali che San Marino è capace di compiere in autonomia e con equità le scelte necessarie”. Con queste parole anticipa la manovra, un bilancio che parte da un deficit strutturale di 17 milioni, a cui si sommano gli investimenti per il rilancio di Cassa di Risparmio, e che richiede il coraggio politico di andare a toccare sacche di privilegio storiche e una distribuzione equa dei sacrifici. Obiettivo: avvicinarsi al pareggio per poter accedere a risorse esterne da investire in infrastrutture. Si prevede un disavanzo di circa 6 milioni e 800.000 euro. Maggiori entrate arriveranno da minimum tax e patrimoniale che – anticipa la maggioranza - sarà strutturata diversamente da quella straordinaria del 2013, con una platea più ampia di beni ma con aliquote molto basse, e con le necessarie esenzioni per le fasce più deboli. Il Bilancio arriverà in prima lettura nel Consiglio di novembre per essere approvato a dicembre. Francesco Biordi dell'Usl chiede con forza l'accertamento dei redditi mentre la Csu che la struttura della finanziaria non cambi. Giuliano Tamagnini e Riccardo Stefanelli si dicono pronti a ragionare ma sperano non arrivino sorprese in seconda lettura.
Le interviste ai Segretari Biordi (Usl), Tamagnini ( Csdl), Stefanelli (Cdls)
MF
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