Bilancio 2020: a rischio almeno tre articoli, ma non il testo complessivo
Fioccano i distinguo di Pdcs, Psd, Rete e altri. Dissenso di RF. Sostegno di Civico 10 e SSD.
Manca solo l'approvazione del Bilancio 2020 poi la legislatura potrà dirsi definitivamente conclusa, ma sul testo prodotto dal Tavolo Istituzionale fioccano i distinguo. Alcuni articoli sono a rischio.
Lunedì riprende la seduta consigliare e il testo andrà al voto al più tardi entro il giorno successivo. Ci sono almeno tre articoli, dei 43 complessivi inseriti nel Bilancio 2020, su cui potrebbero non esserci i numeri per l'approvazione, stando alle dichiarazioni sentite in Consiglio. Sono il 22, che istituisce il tavolo di confronto quadripartito; l'11, che riguarda la modalità di tutela dei fiducianti della Smi, e il 12 che prevede l'anagrafica dei crediti in sofferenza delle banche. Il primo in aula a manifestare dissenso sui tre articoli è stato il consigliere Pdcs Teodoro Lonfernini, poi Iro Belluzzi del Psd e Roberto Ciavatta di Rete. Forti riserve, sul testo complessivo, anche da Fabrizio Francioni di SSD e Tony Margiotta del Gruppo Misto mentre Repubblica Futura, aveva già manifestato dissenso, non firmando il comunicato stampa condiviso dalle altre forze politiche che hanno partecipato al tavolo istituzionale.
Ieri inoltre il capogruppo Giorgetti ha espresso contrarietà sull'articolo 17 – inerente la rivalutazione delle rendite catastali – che a suo dire equivale ad una nuova mini patrimoniale. Non sarà dunque agevole il percorso di approvazione, sostenuto con convinzione dai capigruppo di SSD Morganti e Ciacci di Civico 10, anche se il testo nel suo complesso dovrebbe avere i numeri sufficienti. Nel presentarlo il Segretario di Stato alle Finanze Eva Guidi ha parlato di un disavanzo di 28 milioni 934mila euro, più basso rispetto alle ipotesi iniziali, ma di gran lunga il più alto di sempre. Non sono previsti tagli alla sanità e all'istruzione – settori cardine dello stato sociale – e tra le misure per il contenimento della spesa, prevista la riduzione del 20% del monte ore straordinari nella Pa e la revisione, al ribasso, dei costi delle partecipate. Nel complesso la spesa corrente dovrebbe attestarsi a 497.404.528 euro, con una riduzione del 2,05% rispetto al 2019 e del 5,72% sul 2018. Maggiori entrate sono invece attese con il potenziamento dei controlli fiscali e la rivalutazione delle rendite catastali.
Sul tema della liquidità dello Stato il Segretario Guidi ha confermato che negli ultimi anni, ha registrato una significativa riduzione ed è prioritario per il 2020 reperire ulteriori risorse finanziarie da destinare, principalmente, agli investimenti. Al 31 dicembre 2018, intanto, il debito pubblico aveva raggiunto 425.581.205 euro e da allora è verosimile che sia aumentato.