Bilancio 2023: i commenti dei partiti (seconda parte)
Francesco Mussoni (Pdcs), Matteo Ciacci (Libera), Gian Nicola Berti (Npr), Sandra Giardi (Gruppo Misto opposizione), Denise Bronzetti (Gruppo Misto maggioranza)
Francesco Mussoni, Capogruppo Pdcs: “E' una manovra che stabilizza e consolida la finanza pubblica. E' chiaro che il debito impone ristrutturazione e riorganizzazione. Occorre gestire nei primi mesi dell'anno la ripresa economica, che è significativa, ma bisogna guardare con molta attenzione alle famiglie che sicuramente saranno in difficoltà col caro energia”.
Matteo Ciacci, Segretario Libera: “Abbiamo fatto una dura battaglia e siamo riusciti a far slittare il Des: un progetto che ci preoccupa, su cui vogliamo vederci chiaro per salvaguardare sovranità, territorio e concorrenza. Ma il tema è: riusciranno, questo Governo e questa maggioranza così spaccata, a delineare linee di sviluppo in vista della rinegoziazione del debito estero? Noi crediamo che non ce la possano fare”.
Gian Nicola Berti, Capogruppo Npr: “Una finanziaria tecnica, senza la necessità di misure straordinarie in un momento in cui gli indicatori economici, come quello sull'occupazione, sono positivi. Certo, c'è un debito pubblico da ripagare ma le scelte compiute hanno garantito la finanza pubblica ed evitato di andare in crisi di liquidità. Sul Des, che è una formidabile occasione, sono state fatte speculazioni di bassa lega. Il progetto si sta evolvendo per preservare il tessuto economico e attirare investimenti in settori in cui San Marino non ha una offerta”.
Per il Gruppo Misto d'opposizione è un bilancio insufficiente e non contiene nulla per famiglie e imprese. “Si dice sia la legge più importante – commenta Sandra Giardi – ma si arriva sempre ad esaminarla di corsa alla fine dell'anno senza i dovuti approfondimenti”. Denise Bronzetti, unica componente del Gruppo Misto di Maggioranza, ha votato sì alla manovra. “E' una finanziaria tecnica – afferma – e condivido le parole del Segretario Gatti quando dice di tenere la guardia alta sul debito. Manca, però, la parte legata allo sviluppo e c'è un eccessivo ricorso ai decreti”.
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