Bilancio di fine anno per i Ddc, che bocciano senza appello l’attività di governo

Dopo il dio Ganesh della prosperità, i DdC puntano sulle lenticchie di buon augurio, “affinché diano prosperità e benessere a questo Paese in enorme difficoltà”, dice il coordinatore Marco Podeschi, per il quale l’anno che sta finendo può avere un’unica definizione. E Pier Marino Mularoni e Giovanni Lonfernini ripercorrono le perle e i misteri del 2010: dalla decapitazione dei vertici di Banca centrale, con le pressioni dei segretari di Stato Alfa e Beta entrati anche negli strani incontri di Palazzo Begni, alla nomina di Clarizia, “in base alla formula ritenta e sarai più fortunato, in piena violazione di regolamento”, dice Lonfernini. Dalle costose consulenze per AdnKronos e Padania, alla spesa del censimento, alla vicenda Riccio-Zechini. E a tal proposito i DdC sperano non sia vera la notizia per cui starebbe girando un progetto di legge che mira a nominare Riccio comandante unico delle forze di polizia. Mularoni ricorda i destini ignoti di Bac, Cis, la vicenda Delta e il vero stato delle finanze pubbliche, pieno di incognite. Un altro argomento che desta preoccupazione è la facilità con cui si celebrano matrimoni che in Italia non potrebbero essere celebrati, sul quale presentano un’interpellanza: “Non vorremmo – concludono – che anche questo divenisse un elemento di attrito nel già disastrato rapporto con l’Italia”. Nel video l'intervista a Marco Podeschi

Francesca Biliotti

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