Bocciati i referendum: commenti dalla politica
'Siamo sempre stati contrari allo stravolgimento delle nostre istituzioni, quindi avremmo semplicemente adeguato il nostro sistema – afferma Glauco Sansovini di Alleanza Nazionale - per questo resta la nostra critica alla maggioranza. Per il resto la legge parla chiaro: il referendum è previsto solo in assenza del raggiungimento del quorum. Una bocciatura quindi prevedibile che non ci lascia sorpresi. Ci stupisce invece che i partiti promotori, prima i più assidui sostenitori delle riforme al tavolo di confronto, abbiano compiuto un cambiamento di rotta. Forse – malizia Sansovini - non sono andati a buon fine progetti di governo'.
Monica Bollini, dei Sammarinesi per la Libertà, mette in evidenza come il dubbio sull’ammissibilità li avesse già attraversati, considerata la previsione legislativa. 'Nulla da ridire dunque sulla decisione del Collegio Garante - afferma - anche se resta il nostro giudizio negativo sul pacchetto di riforme, che no avevamo condiviso fin dall’inizio, contrariamente ad alcuni colleghi di opposizione che con molta meno coerenza hanno invece cambiato idea'.
Ivan Foschi, Segretario di Rifondazione Comunista – si dichiara molto sorpreso. “Non condivido le motivazioni della sentenza – afferma - anche se, come è doveroso, le rispetto. Non mi pare ci siano motivi espliciti contro l’ammissibilità, ma si vada sulle interpretazioni. Il collegio garante – aggiunge Foschi - ha interpretato arbitrariamente la dichiarazione dei diritti in assenza di un preciso riferimento normativo. Il risultato è che alla fine viene tolta la possibilità ai cittadini di esprimersi'.
'Mi sorprende moltissimo perché è una decisione forse ragionevole ma non saggia - afferma Francesca Michelotti di Zona Franca. Una sentenza che rischia di mettere in conflitto il diritto sovrano del corpo elettorale di decidere su materie importanti come le riforme in un momento in cui – aggiunge - sono state adottate riforme rivoluzionarie senza la dovuta ponderazione'.
'Il mio commento è molto amaro - le fa eco il Segretario del Nuovo Partito Socialista, Augusto Casali. Mi pare incredibile che sia stata data un’interpretazione, che nella sostanza va a penalizzare la sovranità popolare. Sono molto preoccupato per questo paese – aggiunge - del cui futuro nessuno mi sembra più interessarsi'.
Per il Coordinatore di AP, Roberto Giorgetti, si è trattato di un esito abbastanza imprevisto. 'Ci sembrava scontato - dichiara - che l’istituto del referendum confermativo fosse tutt’ora in essere, ma abbiamo appreso con molta sorpresa che è stato implicitamente abrogato. Prendiamo atto – aggiunge Giorgetti - che il governo straordinario, come già palesato non vuole che i sammarinesi si esprimano su una materia importante come le riforme istituzionali, mentre in altri paesi si è chiesto esplicitamente il parere dei cittadini. Questa vicenda – conclude - denota una grossa falla nel nostro sistema democratico.
'E’ un giudizio che abbiamo atteso con la giusta apprensione ma anche con assoluta serenità – dichiara il segretario del PSD, Mauro Chiaruzzi - nella certezza di aver rispettato alla lettera le normative. La decisione del Collegio Garante ci può vedere solo soddisfatti del risultato, mettiamo invece in dubbio l’azione delle forze di opposizione che non si capisce a cosa volessero mirare. Forse non si aspettavano che il progetto raccogliesse il consenso previsto dal quorum, il loro comportamento – aggiunge Chiaruzzi – mi sembra quello di un ragazzino che non accetta le regole quando viene sconfitto. La decisione del Collegio Garante – conclude il Segretario del PSD – legittima anche l’azione importante della maggioranza. Maggioranza'.
'Siamo soddisfatti – afferma il Segretario della DC, Pier Marino Menicucci – per una sentenza che ci aspettavamo, anche se non abbiamo mai espresso alcuna valutazione per rispetto nei confronti del Collegio Garante. Non temevamo certo un eventuale giudizio del corpo elettorale, ma questa sentenza ci fa sicuramente piacere. Siamo convinti di aver fatto un ottimo lavoro in merito al nuovo assetto, e orgogliosi di aver visto prevalere i principi della moderazione e dell’attenzione alla nostra storia, trasferiti nel progetto di riforma. Per i promotori – aggiunge Menicucci – ci pare una doppia sconfitta: da un lato politica, dovuta al fatto che la maggioranza ha garantito il quorum necessario dei 40 voti, dall’altro la decisione dei Saggi, che ha confermato come la richiesta avanzata sia stata impropria e proditoria. E’ un ulteriore passo avanti importante – conclude il Segretario DC – di una maggioranza che si appresta a portare a compimento questa legislatura'.