Il Governo va avanti. Su questo punto Berlusconi è stato chiarissimo. L’ipotesi di una caduta dell’Esecutivo, al momento, appare remota; solo l’Italia dei Valori chiede le dimissioni immediate del Premier. L’effetto diretto della decisione della Corte Costituzionale, sul Lodo Alfano, è la riapertura dei quattro procedimenti penali a carico del Presidente del Consiglio: uno a Roma e 3 a Milano, dove spicca il processo Mills per corruzione in atti giudiziari. In caso di condanna diverrebbe concreta la possibilità di elezioni anticipate o la costituzione di un Governo tecnico. Resta inoltre lo strappo netto con il Presidente della Repubblica. "Il Capo dello Stato sapete da che parte sta – ha dichiarato Berlusconi – non mi interessa quello che ha detto, mi sento preso in giro”. “La Corte Costituzionale – afferma il segretario del PD Franceschini – ha semplicemente ristabilito il principio d’uguaglianza davanti alla legge”. Tutt’altra lettura da parte della maggioranza, che parla di “sentenza politica”. Eppure, nonostante il momento di forte fibrillazione, la Borsa di Milano ha aperto questa mattina con un +1,12%. Un dato che non sarà sfuggito a chi, nel PDL, sostiene la tesi del complotto ordito dai poteri forti e dall’Alta Finanza. La situazione insomma è più che mai fluida e decisive saranno le vicende processuali di Berlusconi nei prossimi mesi. San Marino segue il tutto con attenzione: all’accordo bilaterale manca solo la firma, gli articoli sono già tutti parafati; un cambio al vertice comporterebbe fatalmente uno slittamento dei termini. Sinistra Unita plaude alla sentenza della Consulta. “Ma non possiamo fermarci a questa vittoria; se il tasso di corruzione - sia nella società italiana che in quella sammarinese - è così elevato, ciò significa – afferma SU – che è necessaria una rifoma alla radice del sistema”.
Gianmarco Morosini
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