Bollette, lavoro e sanità al centro della serata di Libera, che chiede: " Il Governo cosa fa?"
Al tavolo siedono Denise Bronzetti del Gruppo Misto e Mirko Dolcini di Domani Motus Liberi, tra le anime più critiche della maggioranza
I temi sono caldi, poco prima il sindacato ha confermato lo sciopero generale, ma non sono molte le presenze in sala. Al tavolo, a fianco dei consiglieri di Libera Alessandro Bevitori e Guerrino Zanotti, siedono Denise Bronzetti del Gruppo Misto e Mirko Dolcini di Domani Motus Liberi, tra le anime più critiche della maggioranza –riconosce lo stesso partito di opposizione. Tiene banco l'aumento delle bollette “senza gradualità né equità”, accusa Bevitori, con Zanotti che solleva la questione della mancata applicazione dell'ICEE, strumento in grado di garantire giustizia sociale, indirizzando la politica delle tariffe e l'accesso a benefici “oggi dati a pioggia”. “Le cose che ci preoccupano sono tante e non è cosi difficile per noi segnalare ciò che non funziona”, esordisce Bronzetti.
La maggioranza non è stata informata che sarebbero state applicate percentuali così alte, “ora occorre capire – dice - perché siamo arrivati fino a qua”. “Ci siamo sempre contraddistinti per dire le cose come stanno”, ribadisce Dolcini, che punta i riflettori sulla Smac, criticando la decisione di abbassare di 5 centesimi lo sconto sui carburanti per finanziare il fondo pensioni. Un no tradotto in emendamento, bocciato in Commissione. “Così come non abbiamo votato – ricorda - i 3 milioni per il robot chirurgico. Non è – dice – una priorità”. Ma contesta chi sostiene che sia tutto sbagliato, “ricordiamoci sempre – afferma - che siamo in una situazione emergenziale”.
Sotto la lente anche una Riforma del lavoro “che non è una riforma e di cui non c'è bisogno”, attacca Zanotti, e che “deve passare principalmente attraverso la contrattazione” aggiunge Bronzetti, che trova d'accordo Dolcini quando afferma che "non si può procedere a colpi di decreti delegati”. Infine, la parola al pubblico, che critica la rotatoria dei Tavolucci e chiede di spendere meglio le risorse. Per riequilibrare i conti pubblici servono più entrate, quindi è necessario un progetto paese e investire nello sviluppo, affermano i relatori. Sotto la lente anche la collegialità che sacrifica – afferma Bevitori – l'operatività del Congresso di Stato, i cui membri "fin troppo spesso si ostacolano a vicenda". Da qui la necessità di valutare una riforma istituzionale.
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