Bossi ammette la sconfitta a Milano. Il terzo polo non si schiera

Dopo la batosta alle comunali a Milano, il centrodestra tenta di serrare le file dimostrando unità e fiducia nei ballottaggi. Ma in Parlamento la maggioranza mastica amaro. A Montecitorio il governo viene battuto per cinque volte, di cui quattro di seguito sulle mozioni sulle carceri. Niente di irreparabile, ma Pdl e Lega puntano il dito sulle assenze dei Responsabili, da poco beneficiati da Berlusconi con nove sottosegretari. E il ministro Carfagna lamenta che il Pdl abbia perso un'occasione con il suo no in commissione alla Camera sulla legge contro l'omofobia. Tuttavia Silvio Berlusconi assicura che il governo è solido e ancora crede nella possibilità di far girare il risultato del primo turno a favore del Pdl. La strategia su Milano sarebbe quella di mostrare come Giuliano Pisapia sia sostenuto dai centri sociali e dalla sinistra estrema. Ma la sua faccia il premier ce la metterà solo se i sondaggi annunceranno margini di successo. Anche la Lega manda un messaggio rasserenante. "Non fatevi illusioni", dice Bossi su una eventuale caduta del governo legata a una sconfitta a Milano. "Abbiamo perso, ma al secondo turno vinceremo, di certo non ci faremo trascinare a fondo dal Pdl", sottolinea il senatur che ammette: "A Milano abbiamo sbagliato campagna elettorale". Insomma, la Lega non volta le spalle a Berlusconi. Almeno per ora. La verità, secondo il leader del Pd Pierluigi Bersani, è che "hanno preso una scoppola". Intanto si lavora agli apparentamenti sui ballottaggi. Il Terzo Polo annuncia che a Milano e a Napoli non sosterrà nessuno dei candidati. E Fini ammonisce Urso e Ronchi, che vogliono aprire al Pdl: "chi pensa di dividerci cambi i suoi piani", dice il presidente della Camera.

Da Roma Francesco Bongarrà

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