Alla Camera Berlusconi conferma che “la maggioranza c'è, forte e coesa, ed è l'unica in grado di garantire la governabilità di un Paese in un momento difficile". Ma Bossi frena gli entusiasmi del premier, che ieri a Montecitorio aveva incassato la fiducia: "Bello a parole, ora aspettiamo i fatti” sostiene il leader della Lega dopo aver ascoltato il discorso del premier alla Camera mentre in piazza la polizia carica i precari della scuola che reclamano le dimissioni del governo lanciando pomodori e petardi. In quaranta minuti il premier ripete ai deputati quanto già detto ieri ai senatori: “il governo non farà passi indietro perché ha i numeri in Parlamento; una crisi al buio ora sarebbe una sciagura, una follia”, dice Berlusconi puntualizzando che “non esiste alcuna alternativa al governo in carica, frutto dell'alleanza tra Pdl e Lega”. Ma il presidente del Consiglio continua a non convincere l’opposizione, che pure non chiede un voto sulle comunicazioni del premier ma reclama elezioni anticipate. “Questa maggioranza Berlusconi-Bossi-Scilipoti non è quella che ha vinto le elezioni: è un ribaltone", tuona il segretario del Pd Pierluigi Bersani. E Casini dell'Udc, cui Berlusconi chiede ancora una volta di sostenere la sua maggioranza, ribatte: "se c'é una persona che ha zero credibilità per appellarsi ai moderati quella è proprio Berlusconi". E mentre Di Pietro cerca l’unità con Pd e Vendola per un’alternativa di sinistra anche con una nuova legge elettorale che non dispiacerebbe alla Lega, Rosy Bindi lancia un appello al premier ed alla maggioranza che Franceschini definisce “sgangherata”: “Mandateci a votare e vi dimostreremo che siamo l'alternativa».
Da Roma Francesco Bongarrà
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