C'è chi parla di rallentamento del percorso di associazione, chi addirittura di stop delle trattative. Le voci più allarmanti pare arrivino proprio dagli Stati interessati come noi dall'accordo. Voci tutte da confermare, assicura Gerardo Giovagnoli. Per avere notizie certe occorre infatti riferirsi agli organi ufficiali, quindi alla Commissione europea. Va da sé che la Brexit sta catalizzando su di sé l'attenzione dell'Unione ed è lecito aspettarsi un freno nel cammino verso Bruxelles. Ma non tutte le letture sono negative. “In un momento di così grande pessimismo – spiega Giovagnoli – avere tre paesi che chiedono maggiore integrazione può essere visto come un messaggio diverso rispetto a quello di una disgregazione imminente”. L'ipotesi che anche a San Marino venga proposto un referendum confermativo una volta giunti all'accordo finale non è da scartare, tutt'altro. La richiesta non arriva solo dall'opposizione ma dalla stessa maggioranza. In futuro – smaltito l'effetto Brexit - cosa potrebbe influenzare negativamente l'opinione pubblica sammarinese? “Dipende da quello che riusciamo a negoziare con l'Unione – risponde il capogruppo del Psd - occorre inoltre far capire che l'Accordo ha a che fare con le persone, i loro diritti e lo sviluppo del paese. Dobbiamo spiegare ed essere convincenti. Solo così il referendum confermativo potrà essere vinto”.
MF
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