La dialettica innescata da un gruppo di politici e di cittadini in risposta ad un comunicato dell’Associazione bancaria sammarinese ci stimola alcune riflessioni.
È chiaro che nella prossima legislatura una delle più importanti questioni da affrontare sarà quella di governare al meglio la fase di ristrutturazione del nostro sistema bancario e finanziario.
Un sistema in crisi, come del resto più in generale tutto il sistema economico e sociale sammarinese, al quale sarà necessario apportare cambiamenti di sistema forti che incideranno, temiamo, anche in termini di numero di occupati del settore, in probabile riduzione.
Ma se il possibile aumento della disoccupazione qualificata proveniente dal settore finanziario ci preoccupa moltissimo, allo stesso modo ci preoccupa la sostanziale incapacità di supportare il sistema economico impiegando adeguatamente il frutto della raccolta di denaro dei risparmiatori. Conseguenza questa della spirale negativa innescata da un settore bloccato, ingessato nella sua operatività e nella sua funzione principale, quella appunto di concedere credito ad imprese e famiglie.
Quindi quando l’ABS ci dice che il declassamento dell’Agenzia internazionale Fitch non è una sorpresa visto che alcuni mesi prima loro stessi l’avevano preannunciata al Governo avanzando anche alcune possibili soluzioni, le vere domande che devono interessarci sono: il Governo cosa ha risposto? Il Governo quale posizione ha? Che cosa ha fatto di concreto per trovare risposte e soluzioni?
E Banca Centrale? Quale posizione ha in merito? Quale ruolo sta giocando? Come può supportare il sistema? Come si è interfacciata con le proposte di Abs?
Ed infine: Abs ha giocato in questi anni un ruolo adeguato alla complessità di queste sfide? Ha cercato o saputo cogliere le opportunità? Ha provato a innovare l’operatività? Ha messo in campo i presidi giusti contro le criticità esistenti nel settore?
Quello che conta veramente è che ci troviamo di fronte ad interlocutori che non riescono a trovare un terreno comune per un costruttivo confronto. Che si rimpallano le responsabilità. Che cercano di strappare all’avversario elementi di vantaggio, confezionati ad arte e capaci di garantire rendite di posizione. Che non comunicano fra loro e non comunicano con i cittadini.
Questo scenario è altrettanto drammatico e implica un intervento da parte della politica, quella buona, quella che ha a cuore le sorti del paese, di tutto il paese. Una politica che si prende la responsabilità di fare delle scelte, di intervenire con idee e soluzioni, capace di non subire le pressioni ma di stemperarle, di alzare il livello del contendere con una visione di largo respiro e di lunga durata, capace di pretendere verità e trasparenza al fine di costruire un terreno solido per tutti.
In questo contesto crediamo che non possiamo più permetterci di nazionalizzare le perdite del sistema bancario e finanziario, che non possiamo più permetterci ulteriori ritardi nella messa in pratica degli indirizzi contenuti nell’ordine del giorno del Consiglio Grande e Generale del 28 febbraio 2014. Non possiamo più permetterci un governo che non governa! Bisogna passare dal dire al fare.
Movimento Civico 10
È chiaro che nella prossima legislatura una delle più importanti questioni da affrontare sarà quella di governare al meglio la fase di ristrutturazione del nostro sistema bancario e finanziario.
Un sistema in crisi, come del resto più in generale tutto il sistema economico e sociale sammarinese, al quale sarà necessario apportare cambiamenti di sistema forti che incideranno, temiamo, anche in termini di numero di occupati del settore, in probabile riduzione.
Ma se il possibile aumento della disoccupazione qualificata proveniente dal settore finanziario ci preoccupa moltissimo, allo stesso modo ci preoccupa la sostanziale incapacità di supportare il sistema economico impiegando adeguatamente il frutto della raccolta di denaro dei risparmiatori. Conseguenza questa della spirale negativa innescata da un settore bloccato, ingessato nella sua operatività e nella sua funzione principale, quella appunto di concedere credito ad imprese e famiglie.
Quindi quando l’ABS ci dice che il declassamento dell’Agenzia internazionale Fitch non è una sorpresa visto che alcuni mesi prima loro stessi l’avevano preannunciata al Governo avanzando anche alcune possibili soluzioni, le vere domande che devono interessarci sono: il Governo cosa ha risposto? Il Governo quale posizione ha? Che cosa ha fatto di concreto per trovare risposte e soluzioni?
E Banca Centrale? Quale posizione ha in merito? Quale ruolo sta giocando? Come può supportare il sistema? Come si è interfacciata con le proposte di Abs?
Ed infine: Abs ha giocato in questi anni un ruolo adeguato alla complessità di queste sfide? Ha cercato o saputo cogliere le opportunità? Ha provato a innovare l’operatività? Ha messo in campo i presidi giusti contro le criticità esistenti nel settore?
Quello che conta veramente è che ci troviamo di fronte ad interlocutori che non riescono a trovare un terreno comune per un costruttivo confronto. Che si rimpallano le responsabilità. Che cercano di strappare all’avversario elementi di vantaggio, confezionati ad arte e capaci di garantire rendite di posizione. Che non comunicano fra loro e non comunicano con i cittadini.
Questo scenario è altrettanto drammatico e implica un intervento da parte della politica, quella buona, quella che ha a cuore le sorti del paese, di tutto il paese. Una politica che si prende la responsabilità di fare delle scelte, di intervenire con idee e soluzioni, capace di non subire le pressioni ma di stemperarle, di alzare il livello del contendere con una visione di largo respiro e di lunga durata, capace di pretendere verità e trasparenza al fine di costruire un terreno solido per tutti.
In questo contesto crediamo che non possiamo più permetterci di nazionalizzare le perdite del sistema bancario e finanziario, che non possiamo più permetterci ulteriori ritardi nella messa in pratica degli indirizzi contenuti nell’ordine del giorno del Consiglio Grande e Generale del 28 febbraio 2014. Non possiamo più permetterci un governo che non governa! Bisogna passare dal dire al fare.
Movimento Civico 10
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