Dopo le dimissioni del figlio del senatur da consigliere regionale della Lombardia, è dato per scontato il passo indietro di Rosy Mauro. Sarebbero imminenti le dimissioni da vicepresidente del Senato dell’esponente vicinissima al leader del Carroccio. Dimissioni reclamate non solo da Pd e Di Pietro ma anche dai triumviri del partito, intenzionati a far celebrare il congresso subito dopo le elezioni amministrative. Dovrebbe essere Roberto Maroni il nuovo capo; se non altro perché l’ex ministro dell’Interno è stato il primo a reclamare “pulizia” nel partito anche prima che scoppiassero gli scandali giudiziari. Ad insidiarne la leadership non ci saranno, come si temeva, i leghisti veneti: Luca Zaia, infatti, non correrà. Uno snodo fondamentale per capire cosa succederà nella Lega sarà la manifestazione “per l’orgoglio padano” di stasera a Bergamo. Se non è certa la presenza di Bossi, una cosa è sicura: i triumviri hanno deciso che ai militanti “armati” di scope verdi parlerà solo Maroni. Mentre, alla vigilia del nuovo collocamento di Bot lo spread sui titoli di stato torna a quota 400 e la borsa di Milano crolla con il risultato peggiore in Europa, da domani parte il percorso parlamentare della riforma del lavoro. I partiti lavorano a modifiche del testo: cambiamenti su cui il sottosegretario Catricalà ha prima manifestato e poi smentito aperture del governo. Favorevole a qualche cambio “ma senza stravolgimenti” si dice anche Confindustria. E già domani, dopo l’accordo tra Alfano, Bersani, e Casini, arriverà la bozza per la regolamentazione del finanziamento e del funzionamento dei partiti.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
Riproduzione riservata ©