Mai calendario fu tanto atteso e temuto. Che i due giorni compensativi di festività soppresse sarebbero stati cancellati era cosa nota e da oggi è affisso, nero su bianco, negli uffici pubblici. I prossimi 24 e 31 dicembre non ci sarà chiusura. Quelle due festività, frutto di un vecchio accordo governo-sindacati, sono state abrogate con posta compensativa. Nella legge di bilancio sono previste 12 ore di permesso straordinario retribuito. Guerrino Zanotti plaude ad una norma “che avvicina – dice – il pubblico al privato”, obiettivo a lungo rincorso e che rimane una sfida aperta. “Quantomeno – continua il Segretario agli Interni – non ci sono trattamenti diversificati sulle festività”. Guarda con favore anche al servizio all'utenza considerando che per anni a Natale e capodanno gli uffici rimanevano chiusi anche cinque giorni di fila. Senza dimenticare i costi a carico dello Stato per chi era in turno. Se il governo si dice soddisfatto di tutt'altro avviso il sindacato. “Hanno stabilito la posta compensativa da soli, senza rispetto delle parti – attacca il Segretario della federazione pubblico impiego della Csdl. “Avevamo chiesto due giorni di congedo straordinario che avrebbe comunque fatto risparmiare sugli straordinari – spiega Alessio Muccioli - ma il Governo ha tirato dritto”. Muccioli non vuole però distogliere l'attenzione da quelli che giudica i “veri problemi della Finanziaria”. “Sono stati trasgrediti – dice - accordi internazionali con l'OIL”. Sul contenimento della spesa, Governo e sindacati hanno tre mesi per arrivare ad una soluzione nell'ambito del rinnovo del contratto collettivo. “Hanno temporeggiato – dice – ma a fine marzo il problema si ripropone. Che trattativa facciamo – chiede - se già si sa che l'intenzione è colpire i salari?”. Più ottimista l'Usl: “Se analizziamo gli sprechi e prevediamo altre forme di risparmio – afferma Giorgia Giacomini - non è detto che i 2 milioni e 600 mila euro di tagli debbano per forza arrivare dai salari. La contrattazione serve proprio a cercare soluzioni alternative”. Sui giorni di festività rimane invece il rammarico di aver visto inserito nella finanziaria un tema che avrebbe dovuto rientrare nella contrattazione. “L'abbiamo chiesto fino all'ultimo ma il Governo – spiega - non ha voluto sentire ragioni”.
MF
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