Campagna al veleno: le liste dalla Reggenza. Ecco cosa pensano le forze politiche sul livello di scontro
In mattinata l'udienza privata dalla Reggenza. I rappresentanti di Pdcs, Rete e Noi per la Repubblica hanno consegnato ai Capi di Stato un documento - sottoscritto anche da Domani Motus Liberi ed Èlego – che invita ad abbassare i toni, “affinché – spiega Alessandro Cardelli – si possa tornare a concentrarsi sui temi e non su attacchi personali e violenti da parte sia di forze politiche che di organi di informazione”.
“La mancanza di rispetto appartiene ai singoli ma fa male a tutti” aggiunge Gian Nicola Berti che confida nella Reggenza affinché faccia un richiamo a tutte le componenti politiche e non solo, al rispetto reciproco “per fare tornare in chiave positiva e propositiva la competizione elettorale”. “E' un gesto doveroso – dice Matteo Zeppa – anche nei riguardi della cittadinanza, che preferirebbe sentire parlare di programmi ed emergenze piuttosto che di gossip ed illazioni”. “Ci dispiace che il livello sia così basso” afferma Gaetano Troina di Domani Motus Liberi, “in questo momento il paese ha bisogno di altro. Ci sono problemi gravi da risolvere e pensiamo che inventarsi attacchi personali possa solo avvelenare il clima”. In linea Francesco Morganti: “Il livello di scontro - dice - è molto alto nonostante la campagna elettorale sia sul versante programmatico e progettuale piuttosto assopita”.
Non sono state invece coinvolte Repubblica Futura e Libera. “Certi comunicati e posizioni – spiega Zeppa - tirano in ballo situazioni che vedevano protagonista la vecchia maggioranza”.
Anche per Libera la campagna elettorale deve concentrarsi sui contenuti ascoltando la cittadinanza, cosa che – dice Matteo Ciacci - stiamo facendo costantemente. Si augura che il dialogo messo in campo a fine legislatura continui anche nella prossima, invitando a fare squadra per risolvere i problemi. Roberto Giorgetti di RF concorda sul fatto che non siano ammissibili aggressioni verbali, calunnie e diffamazione, “ci fa piacere – commenta - che alcune forze politiche, che si sono rese protagoniste di queste spiacevoli vicende, abbiano cambiato idea”. Si augura però non diventi “una forma di censura per negare ai cittadini le informazioni che servono per fare le proprie scelte elettorali”.