In campagna elettorale tutto è concesso...o quasi
Il segretario di Stato Valeria Ciavatta risponde con una buona dose di buonsenso alle polemiche dei giorni scorsi sulle violazioni alla normativa che regola la propaganda elettorale. Di due tipi le segnalazioni giunte alla Segreteria agli Interni. In primo luogo quelle relative alle cosiddette affissioni selvagge: fuori cioè dagli appositi tabelloni, previsti dalla legge, per i manifesti elettorali. Il numero di queste plance è rigorosamente previsto dalla normativa, Castello per Castello. Ma troppo spesso l’attacchinaggio non ha rispettato questi limiti.
Nel mirino, in particolar modo, i manifesti affissi alle pensiline delle fermate degli autobus. “Abbiamo chiesto alla Democrazia Cristiana di rimuoverli – afferma la Ciavatta – ed è stato fatto con tempestività”. “Inoltre – continua – abbiamo incaricato la Gendarmeria di verificare la situazione sul territorio”.
Tra martedì sera e mercoledì mattina sono state fotografate alcune irregolarità, ci ha poi pensato l’ufficio affissioni a procedere alle rimozioni. Polemica anche per le automobili con simboli di partito: una pratica vietata dall’art. 6 comma 2 della legge 36 del ‘97. “Un problema che riguardava due partiti – afferma il segretario agli Interni – DdC e Noi Sammarinesi. Qualcuno pensava che fosse lecito lasciare slogan, togliendo simbolo e nome della formazione politica. Abbiamo spiegato che non è possibile e oggi anche questa anomalia - conclude la Ciavatta - è risolta”.