I Capitani Reggenti ricordano i 70 anni dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo
In un passaggio, i capi di Stato ricordano però che, da allora, la povertà, le discriminazioni e le ripetute violazioni dei diritti confermano che “è ancora lungo il cammino da compiere”. Rispetto dell'essere umano che, spiegano, deve ancora essere “raggiunto in tante parti del mondo”. Il concetto vale anche per i Paesi di consolidata democrazia, specie nei momenti difficili, perché, ricorda la Reggenza, si tratta di una conquista “mai acquisita per sempre”.
La ricorrenza dei 70 anni dalla Dichiarazione diventi l'occasione, esortano, “per una rinnovata consapevolezza sul rispetto e sulla tutela dei diritti umani come nucleo centrale della democrazia”. E per contrastare l'indifferenza che, soprattutto nel secolo scorso, portò a tristi conseguenze. I capi di Stato guardano al futuro, per garantire alle nuove generazioni un “pianeta ancora in grado di assicurare condizioni di vivibilità” e “un'informazione libera”. Uno degli obiettivi fondamentali è “portare l'umanità intera – come si legge sul finire del messaggio - a compiere significativi passi verso ulteriori traguardi di civiltà”.
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