Casali e Morri propongono Commissione d'inchiesta sulla vicenda “Criminal Minds”
I fatti ci hanno dato ragione. Così Morri e Casali riepilogano quanto è successo dopo la loro uscita dal governo. La commissione antimafia prosegue i lavori, l’uscita dalla black list si avvicina perché questo dipende solo dall’Italia e l’inciucio tra Dc e Psd per escludere socialisti e moderati è andato in porto, afferma Casali. Si pretendeva, ironizza, che cantassimo e portassimo la croce allo stesso tempo. Ma la conferenza stampa è tutta dedicata a Criminal Minds e alle infiltrazioni malavitose che, sottolinea l’ex Segretario alla giustizia, rischiano di stritolare il Paese. Positivo il lavoro della Commissione antimafia che però, ricorda, si occupa solo dell’operazione “Staffa” e del caso Fincapital. Invece, secondo Casali, mettendo insieme tutti i tasselli del puzzle “Criminal Minds”, si potrebbero spiegare gli intrecci malavitosi con l’economia e la politica. Sul tavolo molte domande. Perché, chiede Casali, non si è saputo di un “appunto” che segnalava l’aumento della criminalità a San Marino, redatto da un graduato della Gendarmeria e consegnato a un Segretario di Stato nell’ottobre del 2008? Perché è passato sotto silenzio un altro esposto, presentato da un secondo graduato, sempre ad un membro di Governo, in cui si asseriva che la Gendarmeria è il posto in cui si compiono illegalità? A che punto si trova, dopo 2 anni, l’indagine aperta sulle intercettazioni a un rappresentate dell’Esecutivo? Sarebbe importante sapere, afferma Casali, se ci sono dei settori deviati nelle forze di polizia e nella Gendarmeria che lavorano parallelamente alle istituzioni. Dopo lo scoppio di Criminal Minds, aggiunge, nel febbraio di quest’anno il Giudice d’appello ha disposto la riapertura dell’istruttoria per verificare se gli organi preposti avessero fatto il loro dovere. La Commissione giustizia ha avviato le procedure di sindacato nei confronti del Magistrato in questione mentre, sottolinea, in Gendarmeria tutto è rimasto inalterato, compresi i gendarmi indagati per questa vicenda. L’ultima domanda è indirizzata al governo. Perché non si è ancora provveduto alla sostituzione dei tre comandanti dei corpi di polizia come invece il Congresso di Stato aveva indicato già da diversi mesi? Intanto Romeo Morri definisce ancora incerta la sua candidatura. Ho vissuto una situazione insostenibile, spiega, raccontando vicende che lo hanno molto turbato. Il 2 ottobre dovrà presentarsi in Tribunale per un articolo in cui, secondo un quotidiano sammarinese, gli sarebbe stata ritirata la patente per aver alzato il gomito. Lo stesso giornale prima gli chiese scusa poi tornò alla carica arrivando a dire, prosegue Morri, che la faccenda era stata sistemata da Riccio. Ma secondo l’ex Segretario alla cultura questo era solo l’inizio perché, nel dicembre 2011 - dichiara - qualcuno avrebbe dovuto mettere mezzo chilo di cocaina in una delle auto della mia famiglia. C’è un procedimento penale aperto dalla Procura di Rimini e un esposto al Tribunale sammarinese. Qualche esponente delle forze dell’ordine sammarinesi, afferma, mi aveva suggerito di non uscire dalla Repubblica. Dietro tutte queste cose, rimarca, ci sono mandati o pupari perché la cattiveria politica non può arrivare a questi livelli.
Sonia Tura
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