Caso Leon Engineering: Rete attacca la Segreteria al Lavoro
I vestitini su misura che le varie Segreterie di Stato cuciono quando si tratta di favorire lo sviluppo e le imprese, sotto l’entusiasmante slogan “in arrivo xx nuovi posti di lavoro”, spesso si trasformano in boomerang per gli stessi lavoratori e per lo Stato.
Più volte abbiamo ribadito come non possa essere la Segreteria di turno a fungere da garante per la serietà di imprese, concedendo sgravi, sussidi, permessi di soggiorno e defiscalizzazioni in cambio di piani occupazionali i cui impegni restano solo sulla carta.
Ad esempio, nel caso della Leon Engineering, sono stati accordati benefici in cambio del rispetto degli impegni contenuti in un piano occupazionale di cui si è fatto garante direttamente il Segretario al Lavoro Belluzzi. Un piano in cui, nel 2013, si prometteva di dare lavoro a giovani sammarinesi in un settore strategico come quello dei rifiuti e dell’energia. Non una parola da Belluzzi, nonostante sia stata proprio la sua Segreteria di Stato ad esporsi quando si è trattato di elargire sgravi e defiscalizzazioni.
Il fatto che tra i soci della Leon Engineering vi fossero le fiduciarie Fincompany (per il 40%) e Ge.Fin (per il 19.5%) e che i reali beneficiari dell’azienda fossero schermati dietro a una fiduciaria lussemburghese, non ha destato alcun dubbio.
In teoria ci si aspetterebbe che, una volta stipulato un accordo con una Segreteria di Stato, la stessa controlli che vengano rispettati gli impegni sottoscritti.
Invece ecco che si ripete, come se ne avessimo ancora bisogno, il meccanismo in base a cui lo Stato si espone a possibili soprusi viene agevolato dalla discrezionalità di Segreterie che, invece di occuparsi di dare una direzione al paese, si lambiccano il cervello per continuare ad elargire benefici con accordi a tavolino senza avere la capacità di esserne garanti. E spesso e volentieri senza curarsi nemmeno delle referenze di chi si trova di fronte. Ben vengano i piani occupazionali, ma i lavoratori non possono continuare ad essere uno strumento per ottenere subito benefici statali!
Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’amministratore della Leon, Davide Natalini, di dare seguito agli impegni presi, nonostante non sia affatto un bel segnale quello di non essersi presentato alla Commissione Conciliativa per firmare il piano di rientro dei debiti: debiti verso i lavoratori e verso lo Stato per circa 100.000 euro, ci avvisano i sindacati. E nonostante non sia un bel segnale aver messo in mobilità alcuni dipendenti della Leon (delibera n. 35 del 16/12/2014).
Ma come mai a fronte di aiuti e sussidi statali, con un piano di cui la Segreteria al Lavoro si è direttamente esposta, non ci sono stati controlli nei mesi successivi affinché gli accordi venissero rispettati? In questo caso, accorgendosi subito di eventuali difficoltà dell’Azienda, si sarebbe potuto decidere come affrontare la situazione tutelando sin da subito i lavoratori ed evitando ulteriori debiti per lo Stato.
Oltre alla mancanza di trasparenza della schermatura societaria, alcuni segnali che avrebbero dovuto destare l’allarme erano già emersi due anni fa al momento della stipula del piano occupazionale, quando la Leon Engineering fu oggetto di interpellanze ed anche serate pubbliche di confronto.
Ci pareva infatti alquanto rischioso il suo progetto di creare un inceneritore a Gualdicciolo, progetto fortunatamente escluso dalle stesse Segreterie che, in risposta alla nostra interpellanza, ci fecero sapere: “E’ opinione condivisa che l’inceneritore non è un’opzione per il nostro paese”.
Nell’interpellanza chiedemmo anche informazioni sul piano occupazionale ed ecco la risposta:
Il piano occupazionale sottoscritto in forma di accordo dalla Segreteria di Stato per il Lavoro con la
Società Leon Engineering S.p.A. prevede l'impegno per detta Società ad assumere almeno n. 20 (venti)
lavoratori sammarinesi/residenti con le mansioni di amministrativo/tecnico/operaio, anche specializzato,
con qualifiche a partire dal 2° livello, entro il 2014. Prevede inoltre l'assunzione immediata dei primi 4
(quattro) lavoratori sammarinesi/residenti, nonché l'assunzione di altre 2 (due) unità
sammarinesi/residenti entro centoventi giorni dalla data dell'accordo.
Tale accordo prende anche atto del fatto che la Società, entro maggio 2013, procederà ad un aumento di
capitale sociale con reinvestimento integrale di tutti gli utili prodotti, a conferma dalla solidità dell’azienda.
Inoltre, considerando che la stessa Società ha costituito, in qualità di socio unico, altre due
società sammarinesi a responsabilità limitata per la gestione diretta della costruzione degli impianti (Leon
Meccanica S,r.I.) e del know how (Leon Project S.r.l.) e sta ultimando l'acquisizione di un opificio
industriale a San Marino per la realizzazione, in loco, di tutte le commesse al fine di invertire la
produzione e spostarla da incarichi a terzi a produzione direttamente "in house" sotto il diretto controllo
della azienda, ratifica l'impegno ad assumere altre 10 (dieci) unità sammarinesi/residenti delle 20 citate
entro e non oltre il 31 dicembre 2013.
Insomma l’accordo è della Segreteria al Lavoro ma a rimetterci sono i lavoratori e tutta la cittadinanza, che continuano a buttare soldi e risorse nelle velleità imprenditoriali del Congresso di Stato. Perché, occorre ricordarlo, i Segretari di Stato hanno una responsabilità collegiale, quindi le decisioni di un singolo Segretario sono responsabilità di tutti gli altri. Sarebbe bello che si ponesse fine una volta per tutte al regime concessorio, che si accertassero le responsabilità e si pagassero le conseguenze. Ma è molto più probabile, per come vanno le cose in questo paese, che finiremo per trovarci anche i Segretari di Stato schermati dalle fiduciarie lussemburghesi.
Ci auspichiamo che, data la mancanza di rispetto degli accordi, lo Stato richieda indietro ogni beneficio ottenuto nel frattempo dalla Leon.
comunicato stampa
Movimento RETE