Caso E-vox, le opposizioni: "Interpellanza respinta dall'Ufficio di Segreteria, usati due pesi e due misure"

Atto d'accusa delle opposizioni nei confronti dell'Ufficio di Segreteria per aver rigettato per la terza volta una interpellanza sul caso E-vox volta a chiedere al Governo se i fatti riguardanti il Consigliere e segretario Dc Marco Gatti fossero fondati e se sì, quale posizione l'Esecutivo intendesse prendere in merito. "Fatti gravissimi, se confermati – sostengono i rappresentanti dell'opposizione - poiché riguarderebbero 700 milioni di evasione fiscale e un legame dello stesso Gatti con cinque persone vicine al clan camorristico Di Lauro, poi arrestate in Italia”. “L'Ufficio di Segreteria usa due pesi e due misure – accusano i Consiglieri firmatari - motivando il diniego all'ammissione dell'interpellanza al dibattito consiliare con ragioni del tutto soggettive, ovvero 'delle rogatorie il Governo non può rispondere', quando in passato per casi simili si è proceduto senza remore”. "Le notizie di reato delle Fiamme Gialle di Novara prendono vigore - precisa Luca Santolini (Civico 10) - attraverso atti che attestano tramite rogatoria dalla Svizzera che Gatti sia effettivamente sotto inchiesta da parte della Procura di Milano e in virtù della medesima rogatoria sia già stato ascoltato dalla magistratura, notizie riportate anche dal Corriere di Novara. Il segretario democristiano – conclude - non può continuare a fare finta di nulla”. Atto responsabile sarebbe dimettersi non solo da segretario Dc ma anche da Consigliere, – concorda Matteo Zeppa (RETE) - basta con la discrezionalità della politica. Non è accanimento contro Gatti - dice - ma solo la volontà di riuscire a fare “un funerale a questo sistema”. Anche Ivan Foschi (Sinistra Unita) non condivide l'interpretazione data dall'Ufficio di Segreteria: "Si tratta di domande di interesse pubblico - osserva - non è gossip; le notizie ci sono, è acclarato il coinvolgimento di una società facente capo a Gatti. E non è certamente un fulmine a ciel sereno, perché arriva in un momento in cui la questione morale è centrale. E se a questo aggiungiamo che due Segretari di Stato si sono recati dalla Reggenza per chiedere chiarezza sulla situazione di Claudio Felici, è strano che non l'abbiano fatto per il segretario del loro partito".

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Nel video l'intervista al consigliere Federico Pedini Amati

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