La Centrale del Latte in Consiglio Grande e Generale

La Centrale del Latte in Consiglio Grande e Generale.
Sulla privatizzazione della Centrale del Latte sono tutti d’accordo, le divisioni sono invece sui criteri di affidamento, sulla scelta di chi dovrà prendersi in carico lo stabilimento, rinnovarlo da un punto di vista tecnologico, curare la raccolta, la lavorazione e la distribuzione del latte. Un tema che ha monopolizzato i lavori parlamentari di questa prima giornata. Il Segretario all’Agricoltura, Riccardi, ha illustrato i passaggi del bando di interesse, ricordato le 11 società interessate, spiegato che il provvedimento del Tar riguardante la Cooperativa Lombarda, riguardava il superamento delle quote latte. Questo – ha affermato – non intacca l’affidabilità dell’azienda. Il Segretario all’Agricoltura definisce una manifestazione tardiva di interesse quella dei produttori di latte sammarinesi, che alla Reggenza hanno presentato un proprio progetto. Un progetto – ha affermato – privo di riferimenti in ordine agli aspetti economici. Critici gli interventi delle opposizioni che a più riprese e secondo diverse angolazioni, hanno insistito sulla necessità di coinvolgere gli operatori locali, favorire una salvaguardia della tipicità, valorizzare le produzioni locali. Quella partecipazione della Cooperativa Lombarda non convince le minoranze che mettono in evidenza come, a loro giudizio, questa società non dia necessarie garanzie di affidabilità e rinnovano accuse di superficialità. Il Congresso sapeva – risponde il Segretario Tito Masi – della situazione della società, ma non lo si è ritenuto un elemento pregiudizievole perché tutti gli altri fattori sono positivi.
Sinistra Unita precisa che la sua posizione, che non aveva mancato di sollevare polemiche, era tesa – spiega il Capogruppo, Alessandro Rossi – a favorire una riflessione circa un modello produttivo, all’affermazione di un progetto legato al territorio piuttosto che uno prettamente industriale. Nulla di più. E’ lo stesso Rossi a dare lettura dell’ordine del giorno sottoscritto dalle forze di maggioranza, nel quale si conferma la volontà di privatizzare la Centrale del Latte con il proposito di salvaguardare l’attività di trasformazione in territorio di tutta la produzione degli allevatori sammarinesi, valorizzare la tipicità, valutare la possibilità di un coinvolgimento dei produttori operanti sul territorio instaurando un rapporto di collaborazione con il Consorzio Terra di San Marino, garantire l’occupazione dei dipendenti. Al Congresso di Stato si conferisce il mandato di favorire i progetti di nuove forme distributive con caratteristiche di elevata tipicità, con un ruolo di primo piano dei produttori.
E un ordine del giorno lo presentano anche le forze di opposizione, per sospendere le trattative per il progetto di concessione industriale, ritenuto sovradimensionato rispetto alla nostra realtà, invitando a ricercare altre soluzioni in tempi brevi che tengano conto delle volontà espresse dai produttori sammarinesi. Un secondo documento delle opposizioni riguarda invece la zona bianca: pur ribadendo la necessità di superare questo tipo di monopolio, si richiede un intervento più graduale e che l’abbattimento avvenga dopo la decisione sull’affidamento della gestione per la Centrale del Latte e che sia valutata l’ipotesi di mantenere la zona bianca limitatamente al latte fresco, per salvaguardare una produzione locale di qualità.
Nel suo intervento di replica Riccardi rivolge un invito alla Sociale, che si è ritirata dalla cordata di imprenditori interessati, perché ci ripensi e torni sui propri passi per portare il proprio contributo. Per gli allevatori sammarinesi il responsabile delle politiche agricole lascia intendere una possibile loro partecipazione al nuovo assetto societario. Se c’è un loro interessamento – afferma - si possono trovare le forme per una percentuale nella composizione societaria.
In seguito si affronterà un altro tema spinoso di questa sessione consigliare, la prima lettura della legge sulla vigilanza per le imprese. Le opposizioni chiedono di fermare le bocce, di rivederne l’impostazione. Lo fa un Ordine del Giorno dei Popolari, sul quale anticipa Romeo Morri, tutte le minoranze sono pronte ad apporre la propria firma. Si chiede di ritirare il progetto per consentire di definire meglio la filosofia ispiratrice. Sempre con un Ordine del Giorno è la maggioranza, a proporre all’assemblea la proroga di sei mesi per Mixtere, la sala scommesse di Ponte Melini, la cui chiusura a fine mese era stata annunciata dal Governo. La proposta è quella di prorogare l’attività fino ad agosto, per consentire di trovare una soluzione per i dipendenti ed assicurare loro una continuità occupazionale. Un problema praticamente analogo a quello che si era presentato con la Giochi San Marino. Le opposizioni chiedono di avere a disposizione tutti gli elementi prima di esprimersi, di entrare in possesso di tutti i dati necessari a formulare un giudizio.

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