CGG: accesa la coda del dibattito sulla tornata elettorale. Dialettica articolata anche in maggioranza
Chiusa in tarda mattinata la sessione consiliare iniziata ieri
Decisamente non il classico clima rilassato da “primo giorno di scuola”, in questo breve Consiglio. Piuttosto un confronto molto politico, a tratti serrato; specie nel tracciare un bilancio delle consultazioni del 9 giugno: Comma che ha di fatto chiuso i lavori. Al netto del generale apprezzamento per l'intervento della Reggenza, solo su un punto piena concordia: la necessità di rimettere mano alla Legge elettorale. Altro tema ricorrente il tramonto del movimentismo.
Come dimostra la sparuta pattuglia di RETE; impegnata oggi in un'analisi della debacle. Individuata l'origine nell'esperienza governativa con la DC; definita “innaturale” ma indispensabile in quel passaggio storico turbolento. Avrebbe dunque difettato la comunicazione con i propri sostenitori.
Nessun dubbio su chi abbia perso. E piuttosto chiara, per tutti, l'aspirazione dell'elettorato alla continuità; che ha trovato risposta specie nella DC. Rivelatasi oggi molto distante – a dispetto della teorica affinità d'area – dall'ex alleato Motus. Critici, gli esponenti di questa formazione, sulla scelta di Via delle Scalette di dar vita ad un'alleanza ritenuta “orientata a sinistra”, con un potenziale gap di coesione; il confronto è allora tornato all'ormai noto emendamento presentato tempo fa da DC e Libera.
Non fu un accordo, ma l'inizio di un percorso, ha precisato Francesco Mussoni; che ha anche definito la scelta di DML di correre in solitaria “poco umile e strategicamente sbagliata”. Da qui le secche repliche di Gaetano Troina e Fabio Righi; stanchi, peraltro, del ritornello della “sindrome di calimero”.
Frizioni non limitate alla dialettica maggioranza-opposizione. Già ieri dal Segretario Pedini Amati prese di posizione forti. Questa mattina, sempre dai banchi del PSD – reduce dall'ottima performance elettorale -, l'intervento di Luca Lazzari; con un invito – ai compagni di coalizione - a prendere in considerazione sia ciò che unisce alla DC, sia ciò che divide. E poi un riferimento ad una asserita “cultura clientelare”, che evidentemente non è piaciuto al leader del Partito di maggioranza relativa. A qualcuno dà fastidio il risultato “inequivocabile” della Democrazia Cristiana, ha tuonato Gian Carlo Venturini.
Apparentemente più soft, in campo progressista, la postura di Libera; focalizzata sulla ricerca di una sintesi tra stabilità e cambiamento. Preoccupazione, poi, per il trend dell'astensionismo. Infine Repubblica Futura, che annuncia un'opposizione ferma e costruttiva; indicando nel dossier europeo un esempio di lavoro concertato. Soddisfazione per l'esito delle urne; non per il clima pre-voto, vista la “campagna di odio mediatico” - ha dichiarato Sara Conti – da parte di un “sito estero”. Anche Motus ha biasimato quanto avvenuto nella fase che ha preceduto la tornata; parlando fra le altre cose di minacce e fake news.
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