CGG: avviato l'iter consiliare del “pacchetto Giustizia”
La seduta odierna si è aperta con il riferimento del Segretario di Stato Ugolini, che ha parlato dei 4 progetti di legge in prima lettura, che costituiscono il “cuore” - il punto nodale - di questa sessione. PdL “strettamente interconnessi”, ha precisato, ma di tipologia diversa; si passa infatti dal rango costituzionale, alla legge qualificata, fino alla legge ordinaria. Il percorso – ha ricordato Massimo Andrea Ugolini – è iniziato nel giugno 2020, con un apposito OdG approvato da Consiglio. La Segreteria di Stato aveva poi costituito, e coordinato, un gruppo di lavoro che vedeva la partecipazione di magistrati e Ordine avvocati; integrato nel settembre 2020 dall'apporto del Dirigente del Tribunale Canzio. Dopo i riferimenti nelle Commissioni competenti, il materiale era stato trasmesso – dall'Ufficio di Presidenza – a tutti i gruppi consiliari, affinché fosse valutato. 4 Progetti di Legge, dunque, che mirano – ha sottolineato il Segretario di Stato - all'efficientamento e alla qualità della Giustizia sammarinese. Il Segretario Ugolini ha poi dato lettura alla relazione del PdL costituzionale che potremmo definire l'”architrave” dell'intero “pacchetto”: la riforma dell'Ordinamento giudiziario.
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L'obiettivo è mettere a sistema – conciliando gli standard europei alle peculiarità dell'ordinamento sammarinese - una materia fino ad ora disciplinata da fonti normative di rango inferiore. Fra le altre cose si conferma l'assetto sostanzialmente monocratico della magistratura del Titano e si introduce la distinzione tra Magistrati di carriera e per specifico incarico; e questo rileva ai fini delle incompatibilità e della partecipazione al Consiglio Giudiziario. Si delineano percorsi di reclutamento, carriere, responsabilità civile e disciplinare. La proposta inoltre indica, tra gli organi del Potere giudiziario, anche il Procuratore del Fisco - “garante della legalità e della regolarità del processo penale” - e il Magistrato Dirigente, con una compiuta disciplina della sua figura, e l'attribuzione di una serie di “significative funzioni”. E poi una decisa riduzione dei componenti del Consiglio Giudiziario – si passa da 22 ad 8 membri -; ed una, per così dire, “spoliticizzazione” della sua componente laica. Diverse le innovazioni riguardanti questo organo, che avrà il ruolo di “garante dell'indipendenza e dell'autonomia della Magistratura”.
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Dal Segretario Ugolini, infine, l'auspicio che il “pacchetto” possa essere licenziato quanto prima. A seguire il dibattito. Da Alberto Giordano Spagni Reffi, RETE, una serie di considerazioni di carattere tecnico; positiva, ha premesso, la distinzione tra Magistrati di carriera e per specifico incarico, poiché – sottolinea - garantisce le professionalità all'interno del sistema sammarinese. Importante, ha detto, anche la nuova formulazione del Consiglio Giudiziario. L'ordinamento giudiziario è “una delle gambe del nostro sistema democratico”, ha ricordato Eva Guidi, Libera, da qui la sua forte valenza politica. E poi una critica: l'opposizione è stata totalmente esclusa. Avremmo voluto portare il nostro contributo, ha continuato; ricordando come nel 2003 si seguì tutt'altro metodo. “Abbiamo cominciato con il piede sbagliato”. Matteo Rossi, NPR, ha invece mostrato apprezzamento per i risultati raggiunti dal gruppo di lavoro; “la Giustizia è stata il perno centrale di questa stagione”. Ricordate anche le scadenze fissate dagli organismi internazionali, in particolare il GRECO. Nicola Renzi, RF, si è detto convinto che su tale tema non siano opportune polemiche sterili. “Vogliamo dare un contributo leale”; evidenziati allora alcuni punti a suo avviso “modificabili”: non piace, ad esempio, la distinzione fra magistrati di carriera e per specifico incarico, “un magistrato è un magistrato”. Contrarietà, da parte di Renzi, anche in merito alle procedure di reclutamento, non essendo prevista la presa d'atto del Consiglio. Critiche riguardanti anche la composizione del Consiglio Giudiziario: il metodo di elezione dei membri laici, da parte del Consiglio Grande e Generale, con una maggioranza dei due terzi “non sarà funzionale”. Siamo davanti ad un progetto che risolve molti problemi, ha affermato Manuel Ciavatta, PDCS; che ha ricordato fra le altre cose il procedimento di valutazione dei giudici. Questo governo ha inciso pesantemente sia sulle nomine dei giudici sia sul loro allontanamento, ha esordito Vladimiro Selva, Libera, che ha sottolineato l'importanza sull'autonomia del Potere giudiziario; ma deve essere accompagnata dalla trasparenza, ha aggiunto. Rischiosa, a suo avviso, anche la modalità di elezione dei membri laici del Consiglio Giudiziario. “Svilito”, poi, ha detto, il ruolo della Commissione Affari di Giustizia. Un progetto di legge costituzionale redatto in conformità agli standard europei, ha sottolineato dal canto suo Oscar Mina, PDCS. E' necessario pensare al bene dello Stato, e non a quello della singola parte politica, ha sottolineato Paolo Rondelli, RETE. Da valutare con attenzione, ha comunque aggiunto, alcuni aspetti dell'impianto normativo. Alessandro Mancini, NPR, ha ringraziato il Segretario Ugolini per aver portato in Aula un pacchetto di leggi “indispensabili”. Ricordati allora i disagi all'interno dell'amministrazione della giustizia, e le raccomandazioni del GRECO. E riguardo alle critiche sul metodo – avanzate da Libera – ha ricordato come “da più di 20 giorni” i consiglieri sia di Maggioranza che di Opposizione abbiamo avuto la possibilità di conoscere i testi normativi. Maria Katia Savoretti, RF, ha parlato di un cambiamento “quasi epocale”, che va a togliere dal Consiglio Giudiziario la componente politica attualmente presente. Ha lamentato però un gap di confronto con le forze di Opposizione; da qui l'auspicio affinché da ora in poi vi sia una reale condivisione. Accolgo con favore il nuovo testo di riforma – ha affermato Adele Tonnini, RETE -, “credo sia un'ottima base di partenza”. Marica Montemaggi, Libera, ha insistito sulla necessità di un approfondito confronto, anche fuori dall'Aula; fino ad ora – ha affermato - c'è stato un semplice riferimento in Commissione Giustizia. E' una norma che risponde agli indirizzi formulati dagli organismi internazionali, e che va a soppesare tutte le esigenze, ha detto Maria Luisa Berti, NPR. Fra i punti salienti della riforma si è poi soffermata sulla composizione del Consiglio Giudiziario. “Questo progetto inserisce in un guscio di privilegio la magistratura sammarinese”, ha dichiarato Giuseppe Maria Morganti, Libera. “L'assetto del potere interno alla magistratura – ha aggiunto - viene commisurato a quelle che sono le esigenze attuali della Maggioranza”. “Una buona legge, per essere tale, deve fare si che gli strumenti di guarentigia, di controllo, siano presenti”. Il progetto di legge – ha spiegato Alessandro Scarano, PDCS - va ad incidere su due fronti: da un lato una chiara individuazione degli organi del potere giudiziario, dall'altro una revisione del Consiglio Giudiziario. Ha ricordato poi come debba essere comunque la politica, a dare la visione, anche del comparto Giustizia. Da parte nostra non vi è una chiusura aprioristica, ha rimarcato Guerrino Zanotti, che ha tuttavia lamentato una sostanziale mancanza di confronto preventivo. Fra gli elementi ritenuti critici, dall'esponente di Libera, il mancato coinvolgimento dei magistrati non di carriera all'interno del Consiglio Giudiziario; la possibilità per le forze di maggioranza di fare pesare i propri numeri nell'elezione dei membri non togati. Iro Belluzzi, NPR, ritiene che alcune disposizioni abbiano il benefico effetto di ridurre la possibilità di scontri all'interno dell'amministrazione della Giustizia. E' una riforma che va oltre la legislatura, ha aggiunto. Espresse perplessità, invece, in merito alla “categorizzazione” dei magistrati. Andrea Zafferani, RF, si è soffermato sulla composizione del Consiglio Giudiziario, con la possibilità – ha detto – di potenziali situazioni critiche. “I pochi giudici di carriera di fatto se la cantano e se la suonano” all'interno dell'organismo. Perplessità anche di fronte alla “sparizione” del Consiglio Giudiziario Ordinario. E soprattutto, a suo avviso, manca una sede di confronto fra politica e magistratura. Secondo Carlotta Andruccioli, DML, vi è una stretta correlazione fra la Giustizia e lo sviluppo economico e sociale di un Paese. Infine l'auspicio di ulteriori confronti rispettosi della dignità di tutti i gruppi, cercando di “depotenziare il clima di scontro”. Alessandro Cardelli, PDCS, ha ricordato i vari passaggi che hanno portato a questo testo di legge; “fra prima e seconda lettura – ha poi aggiunto - qualche intervento sarà necessario”. Un passo importante, il PdL, ha sottolineato Mirko Dolcini, DML, che auspica la “maggiore condivisione possibile” in vista della seconda lettura. A suo avviso il punto nodale della riforma è l'articolo che indica i doveri del giudice. E poi il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, che ha ringraziato il collega Ugolini per aver portato in Aula un lavoro “fondamentale” per il Paese. Ha detto poi di essere rimasto “sconcertato” dalle affermazioni di alcuni consiglieri di Opposizione, relative ad una mancanza di confronto. Il testo è in prima lettura – ha aggiunto - e sono sicuro che il Segretario di Stato avrà la volontà di confrontarsi nelle sedi opportune. Sottolineata, poi, l'azione del Dirigente del Tribunale Canzio. Bene – ha continuato, tornando all'impianto normativo - aver distinto determinate figure che erano rimaste nell'incertezza, come il Procuratore del Fisco. Apprezzate anche le innovazioni riguardanti il Consiglio Giudiziario. Finalmente c'è stato qualcuno che ha accettato la sfida di rendere indipendente la magistratura rispetto alla politica, ha affermato Gian Nicola Berti, NPR. “Credo che questo PdL vada nel solco giusto”; citata ad esempio la parte relativa alle sanzioni previste per i magistrati. “L'aspetto più brutto della giustizia è la denegata giustizia”, ha aggiunto. Apprezziamo molti dei provvedimenti, ha affermato dal canto suo Luca Boschi, NPR, prima di passare agli elementi ritenuti di criticità. Preoccupazioni per i criteri di nomina del nuovo Consiglio Giudiziario; “5 o 6 magistrati possono nominare i 4 membri togati” dell'organismo. Da qui la richiesta di maggiori garanzie di rappresentatività, anche per i membri non togati; proposta, allora, la possibilità per le Opposizioni di nominare almeno un componente. Ha invitato poi gli esponenti della Maggioranza che hanno dei dubbi ad esternarli. Il fine ultimo è la tutela dei cittadini; non dei politici, non dei magistrati: così Matteo Zeppa, RETE, che ha ringraziato gli estensori del progetto di legge. Ricordate le raccomandazioni degli organismi internazionali, da “calare” nel contesto sammarinese. Infine la replica del Segretario di Stato Ugolini, che ha ringraziato per gli interventi, anche quelli critici. Quanto alle perplessità sul metodo ha sottolineato come questa sia una prima lettura; evidenziati poi gli approfondimenti del gruppo di lavoro, dopo le raccomandazioni del GRECO. Ricordate anche le discussioni preliminari nelle Commissioni. Difesa la distinzione fra magistrati; la scelta di affidarsi a magistrati sammarinesi è già stata fatta da anni, ha aggiunto, bisogna ora concentrarsi sulla formazione. La parola ultima spetta all'Aula parlamentare, ha concluso. Si è passati poi al comma successivo: l'esame in prima lettura del PdL relativo alle norme in materia di astensione e ricusazione dei Magistrati. Evidenziata, infatti, dal Segretario di Stato, la “complessità e farraginosità” che caratterizza le attuali procedure. Speditezza ed economicità saranno invece le direttrici delle nuove disposizioni. Fra le novità l'obbligo, per il giudice che incorra in una delle cause di astensione obbligatoria, di rivolgersi al Magistrato Dirigente, richiedendo di essere sollevato dalla trattazione del procedimento. Il dibattito riprenderà nel pomeriggio.