CGG: in Comma Comunicazioni Fiorini e Carattoni si tolgono qualche sassolino sul Sindacato alla Reggenza
In serata interviene in blocco la maggioranza e per la prima volta parlano in Aula gli ex Capitani Reggenti. Per Matteo Fiorini gli appelli al dialogo dell'opposizione sono “una rinnovata presa in giro di chi disperatamente cerca nuovo appiglio per rallentare, ingannare, illudere”. Sulla questione titoli “estremamente grave – dice - prestare atti ancora coperti da segreto istruttorio agli ingranaggi della macchina del fango. Fa un riferimento al caso Tonnini. “Qualcuno non ha ancora capito qual è il limite per la libertà di parola e ora pretende che con i soldi di tutti i contribuenti vi si paghino le spese processuali”. Ma è sul sul sindacato della Reggenza che si toglie qualche sassolino, definendolo “bieco e palese avvertimento a tutta la maggioranza che va aggiunto agli altri maldestri tentativi di attaccare chi è al governo.” Azione legittima, certo, dice Enrico Carattoni, “ma la minoranza adotta due pesi e due misure”. Fa riferimento alla delibera che dava mandato all'avvocatura dello Stato di verificare se ci fossero gli estremi per una denuncia all'ex presidente della Commissione Giustizia. Le opposizioni – ricorda – si stracciarono le vesti. “Non possiamo però fare appello al buon cuore dicendo che è azione vigliacca se riguarda un membro dell'opposizione e legittima se tocca la maggioranza. È battaglia politica fatta con strumenti leciti, sono iniziative con le stesse finalità. Adesso – dice - siamo tutti sullo stesso livello”. Dai banchi dell'opposizione si alza, forte, la voce di Matteo Zeppa che ricorda la richiesta della minoranza alla Reggenza di farsi tramite con il Congresso per abbassare i toni dello scontro. “La tregua – dice - non è mai iniziata. Dopo la sentenza del Collegio garanti uscivano i duri comunicati di Rf e SSD. S'infiamma, poi, sulla tutela legale alla Tonnini. Qualcuno – dice – ne ha fatto una mera questione economica. Ma in gioco c'è la difesa della sovranità, l'operato di un consigliere denunciato dall'esterno dal capo della cricca che compare nell'ordinanza Morsiani”. È muro contro muro. Il dialogo sempre più lontano. “È facile riempirsi la bocca di belle parole – afferma Monica Zafferani - ma se dobbiamo venire nei confronti pubblici organizzati da voi per difenderci da accuse allucinanti e false è chiaro che decliniamo l'invito. Questo non significa aprire il confronto ma alimentare lo scontro”.
MF
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