CGG: non ancora raggiunto un accordo per snellire la trattazione della Finanziaria
Spesso ciò che conta davvero è il cosiddetto “dietro le quinte”; perché è nella dimensione dell'informalità che è più agevole ricercare mediazioni altrimenti precluse in tempi brevi. È quanto avvenuto nelle scorse ore a Palazzo, per accelerare l'analisi della Manovra. Teoricamente una montagna da scalare i 126 emendamenti aggiuntivi, a quello che de facto è l'articolo conclusivo. Buona parte della giornata se ne è andata allora in confronti fiume tra esponenti di Maggioranza, Esecutivo ed Opposizione, alla ricerca di una quadra. Per “sfrondare” l'abnorme mole di proposte, ed individuare quelle ritenute da un lato prioritarie dalle forze di Minoranza, dall'altro “accettabili” dal Governo; nel caso con una riformulazione. Solo formale, dunque, l'apertura della seduta mattutina; mentre a margine proseguivano i colloqui, fino a pomeriggio inoltrato.
Intorno alle 15.30 i consiglieri sono finalmente tornati ai propri posti in Aula, ed è ripresa l'analisi del testo dall'articolo emendato sulle disposizioni contabili; dove si prevede fra l'altro un ulteriore finanziamento del Fondo Straordinario di Solidarietà. È emerso allora come non sia stato ancora raggiunto un accordo tra le varie forze. Emanuele Santi, RETE; ha spiegato come ieri sera vi fosse stato un invito della Maggioranza ha formulare proposte accoglibili, indicando priorità. Da qui incontri dalle 8 del mattino, ed una riunione dalle 13. Ma le riformulazioni – ha sottolineato - non sono arrivate, o sono parziali, o vi sono ulteriori deleghe. Attendiamo ancora le proposte della Maggioranza, ha detto.
Francesco Mussoni, PDCS, ha riconosciuto come si stia svolgendo una trattativa con tutte le Opposizioni, e con RETE vi siano alcuni punti sui quali non è stata trovata una sintesi; per cui ancora non vi è un accordo. Ha poi auspicato non vi siano atteggiamenti ostruzionistici, sottolineando come si voglia evitare un esercizio provvisorio. Ha parlato invece di arroganza da parte della DC Roberto Ciavatta, RETE; affermando come a suo avviso sia proprio questo atteggiamento a far correre il rischio di una mancata approvazione in tempo utile della Legge.
Iro Belluzzi ha dichiarato come Libera pungoli da tempo la Maggioranza per una definizione ordinata e lineare della Finanziaria. Ha invitato poi ad evitare polemiche. Ha sottolineato poi come a suo avviso sarebbe stato opportuno che il Governo ritirasse l'emendamento dove è previsto un rimando alle leggi di spesa che prevedono la realizzazione di opere pubbliche strategiche. Guerrino Zanotti ha poi parlato di un impegno, raggiunto dopo la Variazione al Bilancio, affinché venisse predisposta una Finanziaria utile al Paese senza che le varie forze mettessero bandierine. Fernando Bindi ha sottolineato come già in precedenza RF avesse già spiegato al Governo come le deleghe previste nella Manovra fossero troppe; auspicando poi una chiusura ordinata della Legislatura. Alessandro Bevitori, Libera, ha chiesto al Segretario Gatti spiegazioni riguardo l'articolo in questione.
A questo punto l'intervento del Segretario alle Finanze, ha illustrato i motivi della formulazione dell'emendamento, spiegando come sia stata la stessa Commissione a dare indicazioni in questo senso. Vi è poi una previsione in vista della chiusura dei contratti nel settore pubblico, per una più corretta gestione dei costi della PA. Quanto alle trattative in corso Nicola Renzi, si è detto dispiaciuto come per alcune delle proposte di RF – specie sul caro vita – sia stato previsto lo strumento delle deleghe. Servirebbe uno sforzo ulteriore ha detto; sottolineando come il muro contro muro non sia utile a nessuno. Da qui un appello a mettere insieme le idee migliori che ciascuna forza politica può portare. Giovanni Zonzini, RETE, si è detto non pienamente soddisfatto delle spiegazioni del Segretario Gatti. Non sarà questo Governo – ha spiegato – a portare in Aula la prossima Variazione di Bilancio. Sull'emendamento anche una serie di obiezioni di carattere tecnico da parte di Matteo Zeppa. Espresse perplessità pure da Daniela Giannoni. Anche Andrea Zafferani ha chiesto un “ulteriore sforzo” a Maggioranza e Governo per trovare intese sulle priorità indicate dalle Opposizioni, dopo la “scrematura” di buona parte degli emendamenti. E si è detto deluso da non accoglimenti e rinvii a deleghe. Grazia Zafferani si è rammaricata per la formulazione dell'emendamento del Governo all'articolo 16, ritenendola non chiara e non trasparente. Maria Katia Savoretti ha dichiarato come da parte di RF vi sia stata massima disponibilità al confronto per una Legge di Bilancio chiara e con interventi a sostegno del Paese. Sara Conti. L'articolo emendato è stato infine approvato con 30 voti favorevoli e 3 contrari.
L'articolo successivo è invece focalizzato sul finanziamento di Partiti e Movimenti Politici, con lo stanziamento complessivo – nel 2024 – di quasi un milione e cinquecentotrentamila euro. RETE – ponendo il tema degli spostamenti da un gruppo all'altro - ha chiesto chiarezza a livello normativo sulla gestione del finanziamento, invocando un ragionamento in Aula in vista delle prossime elezioni. RF ritiene il finanziamento ai partiti una “garanzia di indipendenza”; sottolineata poi l'opportunità di mettere a disposizione dei gruppi consiliari dipendenti dell'amministrazione pubblica per la stesura dei progetti di legge. Sul tema del “trasformismo” è stata ribadita la contrarietà al vincolo di mandato; ma il contributo pubblico – è stato aggiunto - dovrebbe essere legato alla lista di elezione e non ai singoli Consiglieri che fanno poi altre scelte. Perplessità sul punto sono state espresse anche da Gerardo Giovagnoli, NPR. Alessandro Rossi, Gruppo Misto, ha sottolineato le ragioni della suddivisione del contributo in un 75% per Partiti e Movimenti - in proporzione al numero dei Consiglieri eletti nelle rispettive liste – e per il 25% in parti uguali e fisse tra forze politiche rappresentate in Aula da almeno 3 Consiglieri. La Legge è strutturata equamente, ha detto. Anche il consigliere che esce ha diritto di svolgere l'azione politica, che ha un costo. Matteo Rossi, NPR, vede il rischio che “qualcuno sfrutti questo giochino per guadagnare un po' più dei colleghi”. Da Iro Belluzzi, Libera, un invito a non soffermarsi sugli spiccioli – ha detto - che servono ai consiglieri per far politica; e non è mancato un affondo ad alcune figure di spicco del PSD, da dove era fuoriuscito. Sandra Giardi, Gruppo Misto, ha rivendicato il diritto di un Consigliere ad uscire “per coerenza” dal Partito o Movimento presso cui era stato eletto. Andrebbe tolto il contributo a quelle forze che non tengono le posizioni e cambiano, ha tuonato. Vladimiro Selva, Libera, ha fra le altre cose espresso perplessità sulla questione del premio di Maggioranza applicato al finanziamento. Ha poi sollecitato la destinazione di una quota del finanziamento all'attività di formazione politica. Dai banchi della DC c'è chi ha definito monotono il dibattito; osservando piuttosto come il contributo in oggetto rappresenti il minimo del minimo che si può destinare ad un'attività istituzionale credibile delle forze politiche e dei consiglieri. Rossano Fabbri, NPR, ha parlato di un'ora e mezzo di dibattito sul nulla. L'articolo emendato è stato approvato con 31 voti favorevoli ed un'astensione.
A questo punto l'articolo 18, sull'acquisizione di mezzi finanziari e provvedimenti di gestione della liquidità; si prevede fra le altre cose l'autorizzazione, al Congresso, per la stipula di contratti di finanziamento con BCSM e primari istituti di credito, in via prioritaria sammarinesi. RETE ha chiesto a quanto ammonti attualmente la liquidità dello Stato; augurandosi non si vada ad attingere ai mutui indicati nell'articolo. Suggerita anche l'eventualità di una modifica al testo. Preoccupazioni sono state espresse da RF; che pure ha ricordato come prima dell'indebitamento estero fosse una prassi prevedere l'autorizzazione alla stipula di mutui a pareggio, ma con l'indicazione di cifre. Ritenuta invece non accettabile l'attuale previsione; perché “spossessa” il Consiglio di ogni tipo di controllo sulle spese che il Governo vuole fare. Alessandro Rossi, Gruppo Misto, ha sollecitato un report sui dati attuali della liquidità. Si è chiesto poi quali siano le ragioni di un potenziale choc di liquidità. L'articolo è stato poi approvato con 29 voti favorevoli e 4 contrari.
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