Politicamente in passato un campo di battaglia il dossier Giustizia; poi l'arrivo in Tribunale di Giovanni Canzio che ha segnato uno iato anche nella dialettica consiliare. Cartina tornasole il confronto odierno sulla relazione del Dirigente relativa al 2023. Sia nel documento della Commissione, sia nell'intervento del Segretario Canti, il riconoscimento dell'accresciuta efficienza della macchina giudiziaria, con dati numericamente impressionanti, specie sulla riduzione delle prescrizioni in istruttoria.
Nel dibattito mattutino si è ricordata l'importanza delle riforme, del rafforzamento dell'organico dei magistrati. Attenzione anche alle residue criticità; si è parlato di un aumento dei procedimenti disciplinari contro i magistrati, del rischio dell'autoreferenzialità. Bipartisan però il plauso all'attuale Dirigente. Tema rilevante, allora, l'eventuale successione.
Per un ipotetico rinnovo di Canzio sarebbe infatti necessaria una modifica ad una legge costituzionale. Da qui l'invito delle Opposizioni alla cautela. A fronte di una apparente determinazione della compagine governativa a dare comunque continuità al percorso intrapreso.
Primo a prendere la parola nel pomeriggio Gian Nicola Berti, AR. Ha posto l'accento sullo spirito costruttivo con il quale il Tribunale e il Consiglio Giudiziario affrontano le tematiche di loro competenza. La Giustizia è il presidio dei diritti delle persone – ha ricordato -; fondamentale dunque sia indipendente, solerte, celere e giusta. E' tornato poi sulle critiche sul tema della prescrizione. La responsabilità è anche politica, ha ricordato; parlando di un accanimento, a volte, nel cercare prove di una colpevolezza inesistente.
Proposta allora una modifica al relativo articolo del codice penale per allungare di un anno i periodi di prescrizione del reato, eliminando magari il computo delle ferie giudiziarie. Posto l'accento poi sul rischio dell'autoreferenzialità del giudice monocratico. Stiamo affrontando il tema Giustizia con una uniformità di posizioni, ha osservato Fabio Righi, DML. Si è soffermato poi sul tema della digitalizzazione del Tribunale; sulla necessità dell'indipendenza fra i Poteri dello Stato, ricordando come in un Piccolo Stato ciò sia estremamente complesso. Auspicata anche una “Dirigenza sammarinese” del Tribunale. Ha dato infine lettura ad un OdG del proprio gruppo nel quale si invita il CGG a proseguire l'opera di riforma del sistema giudiziario, a mantenere alta l'attenzione sulle criticità, sul rischio di condizionamenti politici, e a procedere con l'iter del PdL sulla ragionevole durata del processo.
Si impegna inoltre il Congresso a mettere a disposizione del Tribunale le necessarie risorse, anche a livello logistico, e a fare in modo che prosegua il processo di informatizzazione. Un riferimento anche a proposte normative di riforma in materia di diritto di famiglia.
Intervenuto poi Enrico Carattoni, RF, che si è detto stupito del fatto che nessuno abbia parlato della necessità di una revisione del codice di procedura penale. Quanto al rischio dell'autoreferenzialità del giudice monocratico ha invitato a ragionare anche sull'ipotesi di collegi. Perplessità invece sulla proposta di un allungamento dei periodi di prescrizione.
Matteo Rossi, PSD, ha osservato come dalla relazione emerga un sostanziale superamento della crisi precedente, seppure rimangano criticità. Ricordata poi la delibera del Consiglio Giudiziario del 6 dicembre, nella quale – ha detto – si è ricordato come non siano ammesse invasioni di campo. Dunque il tema dell'indipendenza dei Poteri dello Stato. Non possiamo permetterci di dare l'impressione di voler “tirare per la giacchetta” chi deve decidere; biasimata insomma l'idea di dare “pagelle” ai giudici. Riflessioni anche sulla Commissione Affari di Giustizia; a suo avviso la Politica – dopo le fibrillazioni passate - si è forse spogliata di troppe competenze.
Poi Vladimiro Selva, Libera, che registra un clima diverso in Aula, rispetto al passato, su questo tema. Quanto alla Relazione 2023 ha apprezzato l'entrata a regime dei necessari criteri statistici; e ciò ha permesso di apprezzare l'efficientamento della macchina giudiziaria. Anche Manuel Ciavatta, PDCS, ha apprezzato il clima costruttivo del confronto. Si è soffermato quindi sul dato dei contenziosi fra e nei confronti di magistrati; dato positivo, a suo avviso, l'introduzione di una gradualità delle sanzioni. Poi il tema della “querela nullitatis”; secondo Ciavatta è piuttosto evidente come in alcuni casi siano necessari rimedi straordinari per sanare eventuali abnormità. Quindi la questione della futura scadenza del mandato del Dirigente Canzio; messa sul tavolo la possibilità di una modifica della previsione costituzionale affinché il Tribunale possa avvalersi di una figura esterna anche qualora non vi siano situazioni di emergenza. In seguito ha rimarcato come la DC, insieme alle altre forze di Maggioranza, abbia predisposto un ordine del giorno; apprezzato al contempo anche gran parte dell'odg di Motus, esprimendo la disponibilità ad una formulazione condivisa.
Ha poi dato lettura all'odg di Maggioranza, nel quale in premessa si plaude all'operato di Canzio e ai risultati raggiunti nel corso del suo mandato. Si rileva poi l'importanza dell'autonomia dei Poteri dello Stato; con l'impegno per il Consiglio di concludere l'iter del PdL sulla ragionevole durata del processo, e al pieno adeguamento agli standard internazionali. Si dà inoltre mandato al Segretario alla Giustizia a predisporre le modifiche necessarie a dare continuità al percorso intrapreso. Ciavatta ha sottolineato infine come sia necessario che la Dirigenza Canzio possa continuare.
Quindi la replica del Segretario Canti, soddisfatto per l'andamento del dibattito. Si è poi concentrato su alcuni punti; a partire dall'eventuale rinnovo del Dirigente Canzio. Dobbiamo terminare il percorso intrapreso, occorre un nuovo mandato e dobbiamo cambiare la legge mettendo il Consiglio Giudiziario in condizione di valutare anche questa opportunità in piena autonomia. Ricordati poi gli impegni derivanti dalla sfida rappresentata dall'implementazione dell'Accordo di Associazione con Bruxelles.
Sulla proposta di modifica del codice di procedura penale Canti ha ricordato come un Osservatorio ad hoc sia già al lavoro sul punto. E poi la “querela nullitatis” e la questione di ipotetici nuovi gradi di giudizio, con la disponibilità a ragionare anche sull'esigenza di una corte.
In replica Gaetano Troina, Motus, ha biasimato l'appello di Manuel Ciavatta sull'ordine del giorno. Ha ricordato infatti come nel proprio odg DML avesse riconosciuto il lavoro fatto in Tribunale, sollecitando però “confronti veri” sulla riforma dell'ordinamento giudiziario. “Ci si vuole far dire sempre ciò che fa comodo”. A stretto giro la risposta di Ciavatta, che ha sottolineato come sia necessario rilevare chi sia favorevole alla continuità della Dirigenza Canzio e chi non lo sia. Vladimiro Selva ha invece insistito sulla necessità di aggiustamenti sulla composizione e i metodi di elezione del Consiglio Giudiziario. Perplessità poi sulla presenza di avvocati, invitando a riflettere su strade alternative. Riflessioni anche sull'eventualità di una rimozione dell'obbligo che sia un Magistrato di carriera ad essere Presidente del Tribunale.
Duro Nicola Renzi sulla questione della successione di Canzio. “Non è possibile” - ha osservato - voler cambiare dopo 3 anni una Legge costituzionale perché si decide che senza una determinata figura siamo persi. “Avremmo piacere che il nostro Paese cominciasse a dimostrarsi meno provinciale”, ha rimarcato dal canto suo Antonella Mularoni. Ha invitato a considerare ad esempio anche figure alternative interne; perché “nel nostro Paese le competenze ci sono”. Infine le votazioni. Approvato l'odg di Maggioranza con 37 voti favorevoli e 8 astenuti. Respinto invece l'ordine del giorno di DML.