CGG: ripresi i lavori dal Decreto in materia di contrasto alla violenza di genere
Generale apprezzamento dell'Aula per il provvedimento portato in Aula dal Segretario alla Giustizia
Il comma sui decreti è ripreso nel pomeriggio dall'esame del provvedimento che introduce modifiche alla normativa sulla prevenzione e repressione della violenza di genere. E ciò – ha puntualizzato il Segretario di Stato Stefano Canti, nel dare lettura alla relazione – al fine di uniformarsi ai principi enunciati da GREVIO e rafforzare ulteriormente gli strumenti esistenti. Nel testo – fra le altre cose - si delinea più nel dettaglio il concetto di violenza psicologica; si prevede come nei procedimenti penali contro donne, minori o di genere la parte lesa possa liberamente accedere al fascicolo indipendentemente dalla costituzione di parte civile; si introduce la misura del “richiamo verbale” ad opera del Comandante della Gendarmeria; si garantisce una maggiore sicurezza e assistenza alle vittime; viene ampliata la perseguibilità d'ufficio per tutti i reati legati alla violenza; viene rivista la soglia richiesta per qualificare un comportamento come stalking; si introducono nuove fattispecie di reato: molestie sessuali e adescamento di minori.
Ad innescare questi interventi anche un'Istanza d'Arengo promossa da UDS. “Biasimo” e “plauso”, da Antonella Mularoni, RF. Alla quale non piacciono le modifiche per decreto al Codice Penale; apprezzato però il confronto preventivo con le Opposizioni voluto dal Segretario di Stato. Perplessità poi sul concetto di “riprensione”, sulla prevista risposta alle problematiche che possano insorgere nei luoghi di lavoro. “Ma ci sono certamente aspetti pregevoli in questo decreto”.
La violenza di genere “è una piaga sociale” purtroppo ancora molto radicata, ha osservato Sara Conti. Apprezzata l'attenzione anche alla “violenza psicologica”. Non è mancato però un invito a mantenere alta la guardia, affinché possa giungersi a un vero e proprio cambiamento culturale. Anche Maria Katia Savoretti ha criticato la scelta di intervenire per decreto. Possiamo fare tutte le leggi che vogliamo – ha dichiarato Miriam Farinelli - ma se non partiamo dalla prevenzione non riusciremo a portare a casa nulla.
Enrico Carattoni ha ricordato la Convenzione di Istanbul e la Legge del 2008, che introdusse strumenti “assolutamente innovativi”. Ed ora ulteriori miglioramenti rispetto allo status quo; perché il concetto di violenza cambia con l'evolversi della società. Argomenti come questi non sono mai conclusi, ha osservato Nicola Renzi. Da Andrea Menicucci una serie di dati elaborati dall'ufficio violenza di genere della Gendarmeria. Nel 2022 furono 29 le segnalazioni; nel 2023 il numero salì a 91. Una donna su 4 fra quelle che hanno avuto il coraggio di denunciare – ha rimarcato - ha subito violenza fisica. Si è discusso tanto di questo tema, ha ricordato Massimo Andrea Ugolini, PDCS, che ha plaudito al lavoro del tavolo tecnico. Ricordate fra le altre cose anche le misure a protezione dei minori.
Alice Mina ha rimarcato l'impatto sociale di questo fenomeno, che richiede interventi sistematici da parte della Politica. “È un tema che ci unisce tutti, non è la bandierina di qualcuno” – ha sottolineato dal canto suo Marco Mularoni. “Non accetto alcun tipo di ‘spending review’” - ha puntualizzato - in questo ambito. Un ambito delicato, che necessita di costante attenzione da parte della politica, ha rimarcato Gaetano Troina, Motus. Ha poi sollecitato un occhio di riguardo anche alla tutela successiva alla denuncia. Complessivamente “positivo”, però, il giudizio sul Decreto.
Michela Pelliccioni si è soffermata sulla necessità di un cambio culturale. “Siamo indietro, non solo noi”; le persone vittima di violenza hanno ancora molta paura a denunciare. Da quest'Aula dovrà uscire un testo condiviso ed efficace, ha sottolineato Guerrino Zanotti, Libera. Affinché in futuro possa assistersi a una contrazione di episodi di questo tipo. Posto l'accento poi sul ruolo della scuola, delle istituzioni, della famiglia; da qui la richiesta di campagne di sensibilizzazione ad hoc. Giulia Muratori ha ricordato l'attenzione di Libera per questo argomento; ricordando l'importanza dell'azione degli organismi internazionali quali il Consiglio d'Europa. Orgogliosa, Gemma Cesarini, per il lavoro che ha portato a questo decreto. Da considerare comunque “un punto di partenza”.
Il Decreto apporta modifiche importanti all'attuale normativa, ha rimarcato Ilaria Bacciocchi, PSD; si è soffermata in particolare sul lavoro compiuto dalle donne del proprio partito e di Libera. Pur apprezzando le modifiche introdotte, ha comunque espresso qualche perplessità sulla scelta di procedere per decreto. Milena Gasperoni ha ricordato il percorso che ha portato a questo intervento. A suo avviso è aumentata l'attenzione verso questo tema. Ha ringraziato anche il precedente Governo per aver portato all'attenzione dell'Aula questo Decreto; poi “migliorato” dall'attuale Esecutivo. Anche Tommaso Rossini ha richiamato l'attenzione sul fattore culturale; ponendo l'accento pure sul “maltrattante”, affinché sia sottoposto a un percorso adeguato di consapevolezza. Positivo il giudizio sul decreto di Giovanna Cecchetti, indipendente di Maggioranza. Questo decreto dimostra l'attenzione di San Marino verso questa problematica.
Matteo Zeppa, RETE, è tornato con la memoria ad episodi di cronaca definiti “imbarazzanti”. Ha parlato fra le altre cose di cultura patriarcale, della tendenza ad attribuire responsabilità alle vittime di questi reati. Quindi un j'accuse; anche le Istituzioni di San Marino – ha detto - in diversi casi “sono state toccate dalla violenza di genere”. Biasimate al contempo le strumentalizzazioni politiche sul tema in oggetto. E soprattutto un appello affinché le vittime di violenza non si sentano sole. L'auspicio dunque è che questo decreto vada “nel solco di una evoluzione culturale”.
Intervenuta poi il Segretario di Stato Mariella Mularoni, che ha ricordato anche l'azione delle donne del PDCS in questo ambito. Ha poi ricordato come l'ISS, da maggio 2024, abbia avviato procedure per la reperibilità h24 degli assistenti sociali e la presa in carico delle vittime di violenza. “È un impegno che ci vede tutti in prima linea”. Maria Luisa Berti, AR, ha ricordato come il decreto sia stato frutto di un lavoro corale. Qualche parola poi sulla legge del 2008, “di cui andare orgogliosi”; poi la società è cambiata, così le esigenze. Ha parlato tuttavia di situazioni nei quali ad allertare la rete di protezione siano anche persone non realmente vittime di violenza; da qui un richiamo ad evitare abusi strumentali di certi strumenti. Dichiarazioni biasimate da Silvia Cecchetti, PSD; che per il resto ha definito il decreto in ratifica “un passaggio che segna la storia”, un passaggio di civiltà.
In fase di replica, il Segretario Canti ha ringraziato il suo predecessore alla Giustizia Massimo Andrea Ugolini per quanto fatto su questo tema. Un plauso poi a chi si è impegnato al tavolo tecnico. Si è poi impegnato a non apportare più modifiche al Codice Penale tramite Decreto delegato.
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