Tre i temi caldi della sessione consiliare di fine anno. Di bilancio si parlerà questa sera mentre non si arriva al comma sulle sostituzioni dei membri della Commissione Giustizia. Si va infatti per le lunghe e Guerrino Zanotti parla di ostruzionismo – sebbene legittimo – dell'opposizione. Ieri sera, durante l'Ufficio di Presidenza che il Segretario agli Interni definisce surreale, la minoranza ha chiesto un confronto per capire come affrontare il comma. Dopo interventi a raffica su nomine che riguarda Operatori Agricoli, Michelotti ironizza: “sono commosso da tanto interesse per l'agricoltura”. Nessun ostruzionismo, risponde l'opposizione. Roberto Ciavatta chiosa: “è ovvio che chi è abituato di aver tutti ai suoi piedi ritiene che anche il tempo debba essere a disposizione”.
Si chiude invece, fra le polemiche, il gradimento al direttore di Via del Voltone. Il colpo di scena arriva di notte, in fase di replica: Roberto Moretti – accusa l’opposizione – non ha i requisiti. Non si è dimesso dal cda di Carisp ed è ancora presidente del soggetto vigilato Tpay, “banca a tutti gli effetti – spiega Alessandro Mancini – di cui è rappresentante legale”. Viene citato l’articolo 17 dello statuto di Banca Centrale. “C'è incompatibilità – tuona la minoranza - e la sospensione non è prevista per legge”. C’è stata violazione – fa notare Elena Tonnini - dello stesso consiglio direttivo. Marco Gatti si appella alla Reggenza che spiega di non avere gli strumenti per verificare i requisiti di ogni singola nomina ma ricorda che nel caso di incompatibilità il direttore decade d’ufficio. Per l'opposizione c'è forzatura. Giancarlo Capicchioni consiglia un rinvio. Per il Governo è invece tutto regolare. Marco Podeschi spiega che una volta votato il gradimento, verrà trasmessa la delibera del Congresso al direttivo di Bcsm che verificherà per rendere la nomina effettiva. Guerrino Zanotti porta gli esempi di Giannini e Clarizia, l'uno membro del cda di una società di leasing, l'altro consulente di un soggetto vigilato. “Incarichi – spiega – che entrambi hanno lasciato successivamente a gradimento e nomina”. Simone Celli aggiunge alla lista Savorelli, allora funzionario delle Generali spa. Dalla maggioranza interviene il capogruppo di Repubblica Futura. “L’elemento di fondo, al di là della situazione specifica – spiega Roberto Giorgetti - è che Banca Centrale deve essere rimessa nella sua operatività minima e necessaria. “Sono contro - dice - alla politica del fermare le bocce”. I capigruppo di opposizione mettono a verbale la richiesta di sospendere il gradimento che invece arriva, poco dopo, con 32 sì e 19 no. Passa poi con 33 voti a favore e 19 contrari l’odg della maggioranza che impegna il governo a proseguire con Bcsm e operatori del settore il consolidamento a livello sistemico; a definire entro il 30 aprile 2018 la gestione dei crediti deteriorati; a presentare al Consiglio entro marzo un progetto di riorganizzazione dell’istituto di via del Voltone; a istituire un comitato tecnico strategico permanente con la partecipazione delle componenti del sistema bancario per favorire stabilità finanziaria. “Si parla di tutto ma non dei compiti del nuovo direttore”, accusa la minoranza che vede, in quell'odg, un commissariamento a Celli. “Si risponde – spiega Morganti - a sollecitazioni sul necessario coinvolgimento di tutti i soggetti, per sviscerare problematiche di comune accordo. Non è cosa da poco”.
MF
Si chiude invece, fra le polemiche, il gradimento al direttore di Via del Voltone. Il colpo di scena arriva di notte, in fase di replica: Roberto Moretti – accusa l’opposizione – non ha i requisiti. Non si è dimesso dal cda di Carisp ed è ancora presidente del soggetto vigilato Tpay, “banca a tutti gli effetti – spiega Alessandro Mancini – di cui è rappresentante legale”. Viene citato l’articolo 17 dello statuto di Banca Centrale. “C'è incompatibilità – tuona la minoranza - e la sospensione non è prevista per legge”. C’è stata violazione – fa notare Elena Tonnini - dello stesso consiglio direttivo. Marco Gatti si appella alla Reggenza che spiega di non avere gli strumenti per verificare i requisiti di ogni singola nomina ma ricorda che nel caso di incompatibilità il direttore decade d’ufficio. Per l'opposizione c'è forzatura. Giancarlo Capicchioni consiglia un rinvio. Per il Governo è invece tutto regolare. Marco Podeschi spiega che una volta votato il gradimento, verrà trasmessa la delibera del Congresso al direttivo di Bcsm che verificherà per rendere la nomina effettiva. Guerrino Zanotti porta gli esempi di Giannini e Clarizia, l'uno membro del cda di una società di leasing, l'altro consulente di un soggetto vigilato. “Incarichi – spiega – che entrambi hanno lasciato successivamente a gradimento e nomina”. Simone Celli aggiunge alla lista Savorelli, allora funzionario delle Generali spa. Dalla maggioranza interviene il capogruppo di Repubblica Futura. “L’elemento di fondo, al di là della situazione specifica – spiega Roberto Giorgetti - è che Banca Centrale deve essere rimessa nella sua operatività minima e necessaria. “Sono contro - dice - alla politica del fermare le bocce”. I capigruppo di opposizione mettono a verbale la richiesta di sospendere il gradimento che invece arriva, poco dopo, con 32 sì e 19 no. Passa poi con 33 voti a favore e 19 contrari l’odg della maggioranza che impegna il governo a proseguire con Bcsm e operatori del settore il consolidamento a livello sistemico; a definire entro il 30 aprile 2018 la gestione dei crediti deteriorati; a presentare al Consiglio entro marzo un progetto di riorganizzazione dell’istituto di via del Voltone; a istituire un comitato tecnico strategico permanente con la partecipazione delle componenti del sistema bancario per favorire stabilità finanziaria. “Si parla di tutto ma non dei compiti del nuovo direttore”, accusa la minoranza che vede, in quell'odg, un commissariamento a Celli. “Si risponde – spiega Morganti - a sollecitazioni sul necessario coinvolgimento di tutti i soggetti, per sviscerare problematiche di comune accordo. Non è cosa da poco”.
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