Civico 10: "Il Paese ha bisogno di una rivoluzione progettuale e mentale"
1) l'incapacità della sua classe politica di affrontare le problematiche del Paese con soluzioni strutturali, lungimiranti ed innovative;
2) la presenza di una certa classe dirigente economica e politica protagonista dei traffici, della corruzione, dell'immoralità e delle illegalità del passato che stanno emergendo in queste ultime settimane.
Crediamo che il Paese meriti un Governo e un Consiglio Grande e Generale in cui le buone idee possano avere rilevanza a prescindere da dove arrivino, maggioranza o opposizione; dove si ragioni per dare soluzioni immediate ai problemi aperti senza rinviare continuamente le scelte a momenti futuri, in attesa di improbabili mediazioni; dove si possa essere sicuri che tutti lavorino non per difendere qualche interesse personale ma per tutelare la collettività.
Questa è la nostra definizione di nuova politica, che poi altro non è che la Politica con la P maiuscola. Su questo, come Movimento, siamo disposti a spenderci, a prenderci le nostre responsabilità e a ragionare con chi condividerà questi obiettivi.
La base di tutto è un profondissimo rinnovamento, nei modi ma anche nelle facce. E non solo al Governo, dove evidentemente sarà necessario proporre persone al di fuori di ogni sospetto, che non abbiano avuto precedenti incarichi congressuali e che non siano quindi coinvolti direttamente o indirettamente nel completo fallimento morale, progettuale, economico e culturale degli ultimi 25 anni.
Il rinnovamento dovrà avvenire anche in Consiglio: i leader politici dei "famigerati" anni 90 fino al Governo straordinario che è stato il deprimente culmine, devono fare un passo indietro lasciando spazio, anche nell'organo legislativo, a persone che dispongano ancora di credito presso la cittadinanza.
Con chi condividerà questa esigenza di rinnovamento e di credibilità per chi si occupa della cosa pubblica, Civico10 si rende disponibile a ragionare sui programmi e sui progetti. Anche qui con 2 basi fondamentali:
1) il coraggio di fare le riforme forti e al servizio del Paese (basta frasi come "sarebbe utile ma non ce la facciamo", "questa serve ma dopo perdiamo i voti")
2) una visione a lungo termine, capace di guardare alle conseguenze di certe scelte in là negli anni.
Vi sono una serie di temi da affrontare a breve termine che possono fornire ossigeno all'economia, sostegno economico ai disoccupati in cerca di lavoro, salute al bilancio dello Stato, risposte ai problemi delle imprese nei vari settori.
Le nostre proposte in questo anno e mezzo di legislatura sono state diverse: tra queste ci piace citare la riduzione della discrezionalità del Congresso di Stato a tutti i livelli; una generale ma decisa semplificazione delle procedure per entrare in contatto col sistema San Marino, aprire un'impresa e rapportarsi con la burocrazia (Sportello Unico, Agenzia per lo Sviluppo, ecc…); incentivi speciali per le start-up, le imprese giovanili, le imprese ad alto tasso di innovazione e tecnologia, i servizi avanzati, ecc... che devono costituire il nostro futuro economico, assieme al turismo; concessione di residenza a chi investe e occupa lavoratori sammarinesi; nuove politiche formative mirate e avanzate per i giovani; una generale ristrutturazione del settore delle telecomunicazioni, che deve diventare motore di sviluppo; specifici interventi per il commercio al dettaglio e le strutture turistiche di qualità, apertura tramite interventi mirati al turismo sportivo ed eco-sostenibile, e tanto altro.
Ci sono poi riforme strutturali a lungo termine da compiere o completare, in primis quella della PA in ottica di valorizzazione del merito, possibilità di allontanamento del personale inefficiente e valutazione dei servizi resi; ma anche quella sul mercato del lavoro, in un’ottica di flex-security, adeguata alla realtà sammarinese; sulle pensioni, introducendo e adattando il modello svedese (il migliore d'Europa) alla nostra realtà; sulla giustizia, dando autonomia alla magistratura e nuovi strumenti di indagine; sull'assetto istituzionale, separando Consiglio e Congresso attraverso due elezioni separate, riducendo il numero dei consiglieri e dando loro la possibilità di essere più preparati, e così via. Il Paese ha bisogno di una rivoluzione progettuale e mentale. Basta veti o tentennamenti, bisogna fare, fare, fare. Questa è la nostra proposta, che chiediamo di condividere a chi vorrà ragionare con noi: profondo rinnovamento e progetti chiari e lungimiranti, col coraggio di fare e non solo di dire.
Comunicato stampa Civico 10