Civico10. Centri Estivi – Qualità a costi contenuti con un pizzico di solidarietà
Sono queste le cifre che da lunedì scorso i genitori dovranno inserire nei relativi moduli di iscrizione per i Centri Estivi 2014. Sono previste fino a 10 settimane di frequenza, anche se solamente a Cailungo, che portano la spesa massima (orario lungo e merenda) da sostenere per un unico figlio alla soglia di € 860,00. Una cifra decisamente importante in un periodo in cui i redditi delle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, si vanno sempre più ad assottigliare.
Il nostro movimento è intervenuto pochi giorni fa sul tema del riordino scolastico e sulla necessità di mantenere inalterato il livello di qualità del servizio erogato per non danneggiare in primis gli studenti, e secondariamente gli stessi insegnanti lavoratori.
Agire sulle leve della spesa è possibile con diverse modalità e tempistiche, non per forza negative sul piano economico per fruitori del servizio o operatori. Se ci si pone come primo obiettivo il mantenimento del livello di qualità, possibilmente limitando al massimo le ricadute economiche sulle famiglie in una fase storica come quella che stiamo vivendo, si rende necessario “ottimizzare” le risorse già disponibili.
Ottimizzare le risorse disponibili significa, ad esempio, utilizzare al meglio il personale docente già in organico che, proprio nel periodo estivo, si ritrova a non poter esercitare il proprio ruolo in quanto le scuole sono chiuse.
Ed ecco quindi una proposta, che sarebbe bello se trovasse proprio negli operatori in organico una spalla, a dimostrazione che la qualità ed universalità di servizi come quelli forniti dalla scuola vengono prima di ogni taglio: affiancare gli stessi insegnanti di ruolo, che sono sicuramente preparati anche per svolgere i compiti richiesti nei Centri Estivi, alle insegnanti non in organico che lavorano in estate, limitando al massimo il ricorso alle liste generiche del lavoro.
Il problema della continuità del rapporto fra insegnanti e alunni, che qualcuno ha già sollevato in passato, potrebbe essere aggirato spostando gli insegnanti in plessi diversi, per esempio.
In ogni caso il servizio dell'insegnante di ruolo potrebbe essere limitato a brevi periodi. Il livello di qualità del servizio, in questo modo, siamo certi possa solo migliorare e limitando al massimo il ricorso alle liste del lavoro il costo delle rette potrebbe essere ridotto.
Mettendo a disposizione della collettività più o meno una decina di giorni di lavoro estivo, per esempio, un insegnante potrebbe contribuire fattivamente a ridurre il peso della crisi dalle spalle delle famiglie, centrando il mantenimento di quell’universalità del servizio scolastico che è uno degli obiettivi che un Comitato di recente costituzione, quello per la qualità della scuola pubblica, punta ad ottenere.
Questo è solo un piccolo esempio di come uno spirito solidale possa permettere ad una comunità che si voglia definire tale di affrontare la crisi senza lasciare indietro nessuno.
Sarebbe bello che Politica, Associazioni di Categoria e cittadini iniziassero nuovamente a ragionare in questi termini, come facevano in tempi ben più duri i nostri nonni.
Certo, iniziative come queste non dovrebbero nascere dalla politica, per non essere bollate come di parte o pretestuose, ma dai cittadini stessi.
Il nostro vuole solamente essere un esempio, che speriamo possa essere colto o perlomeno far riflettere, per dimostrare che riordino non significa necessariamente perdita di qualità, o perdita di universalità. Si tratta solamente di tirare fuori tutti insieme la volontà di raggiungere gli obiettivi tramite le scelte più corrette non per qualcuno, ma per la collettività.