Civico10: considerazioni su discussione legge iniziativa popolare sul referendum

Civico10: considerazioni su discussione legge iniziativa popolare sul referendum.
Démos – Cràtos: due parole, una sola sostanza
E’ con la discussione terminata pochi minuti fa che il muro della democrazia, nonostante la richiesta di abbattimento dei Cittadini, continua invece a rimanere alto e forte perdendo appena un 7% di potere!
La legge appena approvata in Consiglio Grande e Generale, scaturita da una proposta di legge di Iniziativa Popolare è stata stravolta dagli emendamenti del Governo che non ha voluto saperne di cedere quella parte di potere che gli è stato consegnato durante le elezioni dello scorso novembre.
Il popolo conosce il proprio Paese. Il popolo chiede la possibilità di partecipare direttamente alla vita pubblica del proprio Paese. Il popolo chiede di poter decidere le sorti del proprio Paese. Ma in Consiglio c’è chi pensa che il popolo non conosca bene il proprio Paese ed ha deciso che non potesse parteciparvi direttamente e deciderne le sorti.
Quando i principi fondamentali sono differenti, la ricerca di un dialogo, una mediazione o qualsiasi atto che possa permettere alla democrazia di prevalere è destinato ad essere miseramente sconfitto.
La dimostrazione è stata nel dibattito di questi ultimi due giorni. Il Governo è arrivato in aula con i propri emendamenti e su questi non è stato, in alcun modo, possibile mediare. Il principio cardine della legge di Iniziativa Popolare, definita in questo modo perché proposta “direttamente” dal popolo, è stata rivista e sconvolta nel suo fulcro principale: il “quorum”.
Il principio di abolizione del quorum richiesto dal popolo e degno di uno Stato democratico, purtroppo ha trovato insormontabili resistenze da parte del Governo che non ne ha voluto sapere di eliminare, ma neppure mediare, la sua proposta fissandola al 25% e confermando quindi, il timore di concedere al popolo quella partecipazione diretta che si chiede ormai da anni.
Il problema alla base della richiesta di abolizione del quorum è l’astensionismo come regola di voto. L’astensionismo può essere accettabile nel caso in cui non si riesce a informarsi correttamente sui quesiti, ma purtroppo influisce negativamente sul risultato del referendum. L'astensionismo dovrebbe essere neutro agli scopi del referendum, perché chi ignora la materia per mancanza di tempo o di competenze tecniche, non deve influire sul risultato.
E questo principio lo si otterrebbe solamente in una votazione senza quorum.
Come senza il quorum si otterrebbe che tutte le forze politiche e sociali, quelle a favore e quelle contrarie, si impegnerebbero ad informare tutta la popolazione sul perché votare SI o perché votare NO, stimolando la partecipazione, il coinvolgimento e l'informazione dei cittadini.
Non ci sono motivi razionali sul voler mantenere il quorum e la volontà di utilizzare l’astensionismo come arma a favore del NO è da ritenersi sleale e denigrante nei confronti di tutta quella parte di Cittadinanza attiva che sta cercando, continuamente, di migliorare il nostro Paese.
La verità è quella che in Consiglio Grande e Generale, in questo momento la maggioranza dei consiglieri era a favore dell'abbattimento, ma non è bastato poiché la Democrazia Cristiana ha ancora una forza decisiva all'interno del Governo, riuscendo a ottenere quello che vuole anche su argomenti non presenti nel programma elettorale del Bene Comune.
Sicuramente qualche passo in avanti rispetto alla legge attualmente in vigore vi è stato.
Il sentiero corretto, però, non è ancora stato individuato e solamente alcuni granelli sono stati gettati. Granelli che segnano e segneranno un terreno di battaglia su cui Civico10 combatterà per concedere al popolo il diritto che gli spetta ma che il Governo si arrocca a detenere.

Comunicato stampa

>> 23/05/2013 - Consiglio, 38 voti a favore per le modifiche alla legge sul referendum - CLICCA QUI

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